da Washington
«Restiamo in Irak»: parola di Angelina Jolie. Rientrata da Bagdad, la donna più sexy del mondo ha scritto un articolo sul Washington Post prendendo posizione contro il ritiro immediato delle truppe Usa caldeggiato da entrambi gli aspiranti alla nomination democratica. «La visita mi ha confermato nella convinzione che non abbiamo soltanto un obbligo morale di aiutare le famiglie irachene sfollate, abbiamo un forte interesse di sicurezza nazionale a lungo termine a por fine a quella crisi», ha scritto la diva nella veste di ambasciatrice di buona volontà dellAlto Commissariato Onu per i Profughi.
Per una volta daccordo col padre John Voight, che in campagna elettorale aveva appoggiato il falco Rudy Giuliani, Angelina invoca gli interessi di sicurezza nazionale quando afferma che lAmerica non può permettersi di vedere «quattro e più milioni di poveri e sfollati nel cuore del Medio Oriente che esplodono in una violenza disperata creando nellintera regione unulteriore spirale di disordine».
E subito dopo ecco il passo dellarticolo pubblicato on-line sulla pagina degli editoriali che fa discutere lAmerica perché avvicina la superstar al partito della Casa Bianca contrario al ritiro: «Non possiamo permetterci di sperperare i progressi fatti». Rispondendo allinterrogativo se la strategia dei rinforzi decisi nel gennaio 2007 dal presidente George W. Bush stia funzionando, Angelina racconta quello che ha visto con i suoi occhi: «Il personale Onu e le organizzazioni non governative hanno oggi limpressione di trovarsi nelle circostanze giuste per tentare di allargare i loro programmi. E quando ho chiesto alle truppe se volevano tornare a casa il più presto possibile, mi hanno risposto che hanno nostalgia, ma che hanno investito molto in Irak. Hanno visto morire molti amici e ora vogliono partecipare al progresso umanitario che finalmente giudicano possibile».
Leditoriale di Angelina, controcorrente rispetto alle opinioni prevalenti fra i colleghi di Hollywood, conferma limpegno della ex Lara Croft nel mondo della grande politica estera: lanno scorso, in riconoscimento dei suoi sforzi umanitari, lattrice era stata accolta nel Council on Foreign Relations, linfluente think tank in cui sono iscritti anche il vicepresidente degli Stati Uniti Dick Cheney, lattuale segretario di Stato Condoleezza Rice, gli ex segretari di Stato Henry Kissinger e Colin Powell e lex numero uno della Federal Reserve Alan Greenspan.
La diva era stata a Bagdad allinizio di febbraio: vi ha incontrato il comandante delle truppe Usa David Petraeus e il primo ministro iracheno Nuri al-Maliki, oltre a ununità di soldati americani nella superprotetta Zona verde.
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