Il retroscena La Lega passa all’incasso: fisco, Rai e ministeri

RomaAvanti insieme a Berlusconi ma la Lega pianta i paletti: ministeri al Nord, accelerazione del federalismo, pressing su Tremonti per favorire gli enti territoriali virtuosi, frenata sulla giustizia, riforma del fisco, rimpasto di governo e un uomo gradito alla direzione di Raidue. Il menu del vertice di Arcore è ricco, forse troppo per poter dire che su tutti i temi posti sul tavolo si sia trovata la quadra. Ma una cosa è certa: la mancanza di alternativa costringe Silvio e Umberto ad andare avanti a braccetto. Il Senatùr, tuttavia, non ha mancato di snocciolare i desiderata del Carroccio, che sarebbero stati molto più forti se le ultime elezioni amministrative fossero andate meglio anche per la Lega.
Dicasteri al Nord: lungi dall’essere una boutade bossiana, quello del trasferimento a Milano di alcuni ministeri resta una battaglia che Umberto vuol combattere col coltello tra i denti. Magari proprio il dicastero delle Riforme, di cui Bossi è il titolare, o anche quello della Semplificazione retto dal fidato Calderoli. Connesso alla dislocazione dei dicasteri, la questione del rimpasto di governo che, tuttavia, non è stato argomento del vertice. «Non abbiamo parlato di vicepremier», ha infatti assicurato il neo segretario politico del Pdl, Angelino Alfano. Ovvio che, però, la Lega sarebbe molto interessata a piazzare un proprio uomo sulla sedia dell’attuale Guardasigilli. I nomi giusti non mancano: si parla di Roberto Castelli, che ha già ricoperto quel ruolo, ma anche della biondissima Carolina Lussana, donna di punta del Carroccio in commissione Giustizia di Montecitorio.
Ma è soprattutto su come far ripartire l’azione di governo e poter rivincere le elezioni del 2013 che s’è incentrato il summit di villa San Martino. Con un’inedita formazione che ha visto sia Silvio sia Umberto andare in pressing sul ministro dell’Economia Tremonti per convincerlo ad allentare i cordoni della borsa. L’uomo dei conti deve aver tenuto duro, ricordando gli impegni di bilancio nei confronti dell’Europa, posto che sempre Alfano ha assicurato che «al vertice è stato confermato l’obiettivo del pareggio di bilancio nel 2014». Ma il Senatùr questa volta s’è rivolto all’amico Giulio chiedendogli uno sforzo per «premiare» le amministrazioni che hanno i conti in ordine. «Non possiamo penalizzare Regioni, Province e Comuni virtuose - è il senso del discorso del Senatùr - che non possono sforare il patto di stabilità interno. Così siamo troppo ingessati». In effetti gli enti territoriali hanno scarsa possibilità di manovra se una Regione come la Lombardia, a fronte di entrate pari a 7 miliardi, ne può spendere soltanto circa 3,8. Insomma: meno rigidità sui conti pena l’emorragia di consensi.


Connesso a questo, il capo della Lega ha chiesto l’accelerazione del federalismo a scapito di provvedimenti in materia di giustizia come quello sulla prescrizione breve o sulle intercettazioni. Poi c’è la Consob a Milano. Non ultimo, il Carroccio vorrà dire la sua anche sul risiko in Rai. Con un nome su cui puntare: Gianluigi Paragone alla direzione di Raidue.

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