Il ribaltone La Capitale più efficiente di Milano

Per fatal combinazion, come si canta nella fatua ma immortale Come pioveva, la Scala apre come al solito il 7 dicembre (forse) e l’Opera di Roma, direttore Riccardo Muti, chiude la stagione 2008 il 6. Due Verdi: Don Carlo a Milano con una buona compagnia di canto e un direttore italiano, Daniele Gatti, tra i più degni di stima, e Otello in prima italiana dell’edizione applaudita quest’estate al Festival di Salisburgo. Anteprima per giovani alla Scala il 4 pomeriggio, prova generale a pagamento per beneficenza a Roma il 4 pomeriggio.
Normale? Sì, normale ma insolito. Ed insolitamente stuzzicante per quello che vi si è aggiunto. Muti, trionfatore per tanti anni alla Scala come direttore musicale e poi dimissionario per contrasti con gli atteggiamenti dell’orchestra, crea all’Opera di Roma, non molto avvezza ai grandi eventi, una catena di «tutto esaurito», mentre alla Scala che ama vantare la propria efficienza lombarda e la supremazia mondiale, l'orchestra, o meglio un suo sindacato, è significativamente in rotta anche con i dirigenti attuali, e non si sa ancora se si apriranno le porte alla festosa «prima», avvenimento tradizionalmente famoso con incasso straordinario (buttalo via, di questi tempi...).
Sarà giusto? Sbagliato? I protagonisti dell’evento romano sono schivi, e alludono a ragioni per cui proprio quella data era conveniente. Mah. Comunque non è il caso di stupirsi. Nel mondo dell’opera la curiosa ma provvida rivalità ha mille volti.

Nel dicembre del 1906, quando Toscanini seppe che lo stesso autore, Strauss, avrebbe diretto Salome a Torino la sera del 23, realizzandone la «prima italiana» un pugno d'ore in anticipo sulla sua esecuzione, allestì una prova generale aperta al pubblico il 23 stesso nel pomeriggio. Furono due magnifiche Salome, ecco quello che conta per la storia e per l’anima di chi ascolta.

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