Ribassi generalizzati di benzina e gasolio

Scatta un’ondata di ribassi dei prezzi dei carburanti. Le compagnie hanno deciso in massa di ridurre i prezzi. In primis Agip, che per la terza volta in sei giorni, è tornata a tagliare i propri listini. Scajola: "Deve scendere ancora". I consumatori: "Servono interventi concreti"

Ribassi generalizzati di benzina e gasolio

Milano - Scatta un’ondata di ribassi dei prezzi dei carburanti. Le compagnie hanno deciso in massa di ridurre i prezzi. In primis Agip, che per la terza volta in sei giorni, è tornata a tagliare i propri listini. Ma il ministro per lo Sviluppo economico, Claudio Scajola, invita le compagnie petrolifere "a fare di più" e le associazioni di consumatori incalzano il governo a prendere delle misure concrete contro il caro gasolio.

Tagli ai listini Dal consueto monitoraggio di quotidianoenergia.it emerge infatti che il market leader ha diminuito il prezzo di riferimento della benzina di 1 centesimo andando a 1,471 euro/litro e quello del diesel di 1,5 centesimi fino a 1,449 euro/litro, entrambi ai minimi dall`inizio di maggio. Aggiustamenti al ribasso anche per quasi tutte le altre compagnie, che tuttavia si mantengono ben al di sopra del market leader. Api-IP hanno ridotto di 0,6 centesimi il prezzo della verde fino a 1,483 euro/litro e di 0,5 centesimi quello del diesel, ora a 1,479 euro/litro. Con il ritocco all’ingiù dei listini, che ha preso il via nel fine settimana e che oggi si è accentuato, a seguito del "taglio" deciso da Agip sul diesel, i prezzi di benzina e gasolio sono infatti tornati a diversificarsi, dopo che nei mesi scorsi il gasolio si era messo alla rincorsa della verde e negli ultimi due mesi i prezzi dei sue carburanti erano rimasti sempre allineati sullo stesso livello. I ribassi in atto sono però giudicati insufficienti dalle organizzazioni dei consumatori.

L'invito di Scajola Che possano esserci margini per un'ulteriore riduzione del prezzo dei carburanti lo ha annunciato anche il ministro dello Sviluppo Economico, Claudio Scajola: "Allo stato attuale del prezzo del petrolio esistono i margini per un’ulteriore riduzione, compresa tra 0,8 e 1,8 centesimi al litro, del prezzo al consumo dei carburanti". Il ministro si è rivolto proprio alle compagnie invitandole a utilizzare "maggiormente promozioni e sconti". Oggi il greggio, dopo un’apertura a New York, su quota 118 dollari, era risalito oltre i 120 dollari. Ma poi è sceso nuovamente, fino a 117,5 dollari grazie all’inaspettato aumento delle scorte di greggio Usa, salite a 296,9 milioni di barili, con un rialzo di 1,61 milioni di barili e contro le previsioni degli analisti, che avevano preventivato un calo di 200.000 barili. A spingere al ribasso le quotazioni anche il rafforzamento del dollaro nei confronti dell’euro, sceso sotto 1,54. Le quotazioni sono ormai lontane dal picco di 147,27 dollari dell’11 luglio, raggiunto dopo una corsa durata settimane che ha fatto bruciare record su record e lievitare il prezzo dei carburanti fino a un massimo di 1,56 euro al litro, tanto per la verde che per il gasolio.

Il malcontento dei consumatori Le associazioni dei consumatori, che lamentano una discesa troppo lenta dei prezzi e non in linea con la riduzione messa a segno dal barile, non sono però soddisfatte. Anzi, il Codacons, secondo cui gli automobilisti continuano a pagare 4 euro in più del dovuto a pieno, ha annunciato che sta studiando una "mega-class action contro le compagnie". Il petrolio è diminuito del 18,2% dall’11 luglio ad oggi, mentre il prezzo finale dei carburanti "appena del 4,2%", rileva il Codacons. Risultato: "un maggior esborso di 4 euro a pieno". L’associazione sta affilando le armi per avviare a gennaio una class action contro le compagnie petrolifere. L’iniziativa, a cui potrà aderire la totalità degli automobilisti, punta a "far ottenere agli utenti la restituzione delle somme pagate in più". Anche l'Adoc ha apprezzato l'intervento del ministro per lo Sviluppo economico: "Alle parole segua un intervento concreto da parte del Governo.

Operi una incisiva pressione sulle compagnie petrolifere e un significativo taglio delle accise, di almeno il 15%. Le tasse elevate e il caro carburanti stanno uccidendo il mercato italiano, più debole rispetto agli altri mercati, anche europei".

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