La ribelle e la principessa Le due Kate icone di stile

Dagli abiti alle borse, le più copiate sono la Moss e la fidanzata di William

da Londra

La più giovane confessa di non impazzire per la moda, ma - dopo la laurea - ha accettato di lavorare ai magazzini Jigsaw, area marketing. L’altra è un’icona della moda rock-chic, modella internazionale da quando ha 14 anni, insuperabile testimonial per marchi in cerca di visibilità. La prima, figlia dell’alta borghesia londinese, veste come le sue amiche, jeans sempre griffati, camicie bianche con jabot, gonne sopra il ginocchio accompagnate da tacchi studiati. Un’eleganza classica con più di una concessione alle ultime tendenze. La seconda è la moda impersonificata, quello che indossa oggi si trasforma in collezione domani.
In comune hanno pochissimo: il nome di battesimo e una popolarità che le ha rese vittime predilette dei paparazzi inglesi. Kate Middleton e Kate Moss, così diverse e così uguali. Ma se la modella nata a Croydon (Londra) pare ormai rassegnata all’invasione dei flash, e alle indiscrezioni sul suo turbolento fidanzamento con il cantante cocainomane Pete Doherty, per la fidanzata (non ufficiale) del principe William l’ingresso nello star-system britannico è una relativa novità. E, soprattutto, è nuovo il suo ruolo di «regina» dell’immagine: ciò che lei indossa, dal cappotto alla borsa, si trasforma in tendenza per migliaia di donne, come già succede per la modella.
È solo dallo scorso novembre che il viso della Middleton appare con regolarità sui tabloid. Da quando si è cominciato a vociferare di un fidanzamento ufficiale. Nel frattempo, però, non solo fioccano i parallelismi con la giovane Diana, ma attira su di sé l’interesse di un’intera nazione. Tanto che William vorrebbe offrirle la scorta. Ma se la sua fama preoccupa il principe, di diversa opinione sono i pubblicitari, che - come ha sottolineato ieri il quotidiano The Independent - le profetizzano un nuovo «effetto Kate Moss».

Ovvero, la forza di incidere sul fatturato attraverso la sovraesposizione mediatica. Come accade appunto all’altra Kate, capace di far crescere del 23% le vendite delle borse Burberry nei primi sei mesi del 2006. Il destino in un nome.

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