
Soldato valoroso, viaggiatore instancabile, scrittore impeccabile, appassionato entomologo: queste sono soltanto alcune delle molte categorie nelle quali potremmo classificare Ernst Jünger, un protagonista del '900 nato a Heidelberg nel 1895 sotto il segno dell'Ariete, e morto nel 1998 a quasi 103 anni. Una vita lunga, ricca di esperienze e piena di soddisfazioni come di dolorose sofferenze, quali la morte di due figli. Autore di opere di successo mondiale come Nelle tempeste d'acciaio e Sulle scogliere di marmo, Jünger non è mai stato distaccato dalle vicende del mondo, ma si è sempre calato nella realtà del suo tempo, che ha descritto e criticato, cercando, allo stesso tempo, di migliorare sé stesso.
Luigi Iannone, già autore e curatore di vari saggi sullo scrittore tedesco, pubblica ora una esauriente guida bio-bibliografica intitolata Ernst Jünger segreto. Vita e opere di un Anarca (Historica). La tesi principale sostenuta dall'autore è che già nella giovinezza di Jünger emergano i temi essenziali della sua opera, approfonditi e sviluppati nel corso del lungo secolo toccatogli in sorte. Da parte sua, lo scrittore farà sempre il possibile perché la sua biografia coincida effettivamente con la sua opera letteraria. In effetti, tra la vita vissuta e i libri scritti c'è una indubitabile coincidenza, come i lettori possono facilmente verificare. Lo scolaro ribelle e svogliato, che scappa romanticamente di casa per arruolarsi nella Legione Straniera è raccontato in Ludi africani; il coraggioso volontario della Prima guerra mondiale, ferito quattordici volte e insignito della più alta decorazione tedesca, Pour le Mérite, è il protagonista delle Tempeste d'acciaio; il politico nazionalrivoluzionario del primo dopoguerra emerge in saggi come Il combattimento come esperienza interiore e soprattutto L'operaio; la vocazione meditativa permea le raccolte Cacce sottili e Il contemplatore solitario; lo scrittore elegante emerge nella trilogia Sulle scogliere di marmo, Heliopolis e Eumeswil, per arrivare al raffinato diarista di Giardini e strade e Irradiazioni.
Tutte queste esperienze biografiche e fatiche letterarie scorrono lungo due binari ideali: la irresistibile vocazione di viaggiatore e l'onnipresente dimensione spirituale, che fa da sfondo a tutta la sua esistenza. Come giustamente sottolinea Iannone, il viaggio, per Jünger, oltre che reale - ha visitato tutti i continenti - è allo stesso tempo immaginario - crede fermamente nel potere dei sogni - e infine allucinato, come raccontato nel saggio Avvicinamenti. Droghe e ebbrezza dedicato alle sue esperienze con sostanze allucinogene, tra cui l'LSD. A unire ogni fase, l'immancabile dimensione spirituale, discreta ma costante, che trova il suo compimento simbolico nella conversione finale e nel funerale cattolico. Per Iannone, Jünger "ricerca motivi mobilitanti in ogni direzione, esercitando una forza intransigente quale avamposto di resistenza". Dalla riflessione filosofica al romanzo, dalla raffinatezza diaristica alla suggestione delle opere distopiche, manifesta un'eccezionale capacità di muoversi tra diversi piani, compreso quello più materiale, legato alla natura e al mondo degli insetti, specialmente coleotteri, amati, collezionati e studiati appassionatamente dallo scrittore tedesco. "Se ci si interessa ai piccolissimi animali - scrive Jünger - il mondo diventa subito immenso. È anche un mezzo per assaporarlo secondo un'estensione completamente diversa: una piccola duna o un cespuglio diventano un microcosmo di cui ci si può occupare per molto tempo. Così, il mondo diventa più grande".
Apprezzato oggi come elegante e solido scrittore, l'autore delle Tempeste d'acciaio preferisce quindi essere ammirato come naturalista, qualifica che, secondo lui, lo farà sopravvivere per la posterità. In una intervista con Julien Hervier, infatti, disse: "Quando si ha la fortuna di aver dato il proprio nome a un insetto, un uccello, uno scarabeo, si gode di una gloria postuma generalmente più durevole di quella di scrittore. In questo campo vedo aprirsi una serie di felici prospettive: non solo una mezza dozzina di scarabei sono stati battezzati grazie a me, ma ci sono anche farfalle, molluschi e persino un organismo monocellulare, la gregarina jungerella.
Inoltre esiste una sottospecie di cicidela, una famiglia di scarabei che corrono nella sabbia, che si chiama jungerella". A lei, dunque, più che alle Scogliere di marmo, Jünger sembra affidare la promessa di immortalità.