Il nome non tragga in inganno: le «figlie di Luana» non era unassociazione benefica o religiosa, ma piuttosto a delinquere. Sei transessuali brasiliani, rigorosamente clandestini, che taglieggiavano i connazionali che volevano prostituirsi dalle parti del Cimitero Monumentale, pretendendo metà degli incassi, altrimenti erano mazzate. Alcune vittime si sono rivolte ai carabinieri che hanno arrestato quattro «viados», denunciato un quinto mentre un sesto è riuscito, per il momento, a scappare.
La gang era capeggiata da Leandro De Oliveira, 36 anni, detto «Luana», chiamata con il nomignolo di «mamma» dalle sue «ragazze» che per questo diventavano automaticamente le «figlie di Luana». Leandro reclutava nuova manovalanza in patria, soprattutto a San Paolo, tra giovanissimi spesso già avviati alla «professione», oppure attratti dal miraggio di una carriera nel mondo dello spettacolo. Una volta a Milano però dovevano subito sborsare dai 5 ai 10mila euro solo per avere il posto in strada e poi dal cinquanta al sessanta per cento degli incassi.
Le «ragazze» si reclamizzavano in una mezza dozzina di siti internet e spesso andavano in trasferta in giro per lItalia. «Luana» per esempio era molto nota al «Mucca Assassina» di Roma, famoso locale in cui si era messa in luce Vladimir Luxuria. E il giro daffari era veramente da capogiro. I carabinieri hanno scoperto che in poche settimane erano stati inviati in Brasile 150mila euro.
Ma come detto chi sgarrava finiva male. Spesso era la stessa «Luana» e le sue cinque «amiche» a provvedere. In altre occasioni venivano reclutate squadrette di picchiatori che convincevano a suon di randellate le «ritrose» a pagare il dovuto. Alla fine però le vittime hanno bussato alla porta della stazione Sempione.
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