«Riccò attacca? Stia attento, potrei stupirlo»

da Varese

Sulla bicicletta ha il nastro che ricopre il manubrio di color rosa. In corsa e in conferenza stampa si presenta con gli occhiali dello stesso colore. Il rosa comincia a piacergli parecchio e a questo punto, a tre giorni dalla meta, non se la sente assolutamente di gettare alle ortiche tutto il lavoro fatto: «Il rosa mi dona», dice infatti ad un collega spagnolo che lo saluta. «Sono venuto in Italia con una preparazione approssimativa - dice e subito intuisce che cosa sta pensando chi gli sta attorno -. Lo so, sono in molti a dubitare di questa cosa, ma io ero veramente in vacanza, tanto è vero che in questo periodo io e Macarena, la mia fidanzata, avevamo deciso di ristrutturare casa. Adesso sta seguendo da sola tutto e ogni sera mi manda le foto dell’avanzamento lavori. Sono stato chiamato al Giro una settimana prima del via: di questo sono contento, ma la condizione era quella che era. Ora è buona, e so che posso completare l’opera».
Alberto Contador guarda l’orologio, anche ieri si è arrivati tardi, non vuole rubare tempo prezioso al riposo: oggi il Giro torna a salire, si torna a fare sul serio… «Se temo queste montagne? E perché dovrei? Io sono uno scalatore. È vero, la mia preparazione non è al top, ma ora sto molto meglio di due settimane fa e so che posso giocarmela con i migliori. Riccò mi attaccherà? So che non sarà solo lui a volerlo fare ma non è detto che non lo possa fare anch’io. Generalmente, quando sto bene, io sono uno che attacca. Amo dare spettacolo, in questo Giro ho solo uno scrupolo: non posso esagerare, perché questa corsa non l’ho preparata come avrei voluto».
Gli chiedono del circuito iridato di Varese, che ospiterà la rassegna mondiale il prossimo 28 settembre. «Circuito molto bello. Sarà un mondiale duro e selettivo. I miei favoriti? Due nomi su tutti: Paolo Bettini e Oscar Freire».


Infine una cartolina a tutti i tifosi italiani… «Sono felice e anche un po’ sorpreso dell’affetto che gli sportivi italiani mi stanno riservando. È bellissimo sentire tanti tifosi gridare il mio nome. Per me è un onore e una bellissima emozione. Mi piacerebbe sentire questi applausi anche domenica, sul gradino più alto. Ma la strada è ancora lunga…».

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