Riccardo aveva ragione, l’Inps restituisce la pensione

Erano pronti a trafile legali e burocratiche infinite pur di dimostrare le loro ragioni. Invece, a sorpresa, il lieto fine è arrivato prima del previsto. La storia di Riccardo e Patrizia, raccontata dal Giornale venerdì scorso, si è conclusa nel migliore dei modi e in tempi rapidissimi. Questi i fatti: Riccardo Bertolotti, 46 anni, è costretto a vivere su una sedia a rotelle da sei anni. Gli è stata amputata una gamba a seguito di una mielite, cioè di un’infiammazione del midollo osseo, e di una toxoplasmosi cerebrale. E anche l’altra gamba non funziona granché bene, con dolori insopportabili che lo costringono ogni giorno a utilizzare cerotti alla morfina. Ebbene, l’Inps di colpo gli nega la pensione di invalidità, scambiandolo per uno di quei falsi invalidi che truffano lo Stato con falsi certificati e storie inventate. Il motivo? Riccardo non si presenta a una visita di controllo perché non viene stato avvisato dell’appuntamento. Niente visita, niente pensione, come se per miracolo l’uomo fosse guarito e potesse improvvisamente camminare.
E pensare che Riccardo e Patrizia con quei 750 euro di pensione ci vivono: lei ha dovuto lasciare il lavoro per poter accudire il marito e andare avanti senza nemmeno quella cifra è impossibile.
Fortunatamente l’Inps si accorge dell’errore. Dopo l’articolo da noi pubblicato, la cartella di Riccardo viene analizzata dai responsabili lombardi e arriva fin nelle mani del presidente. Immediatamente i vertici dell’istituto pensionistico si rendono conto dell’errore e non solo provvedono a pagare subito la pensione a Riccardo ma gli fanno anche un regalo: d’ora in avanti non dovrà più nemmeno presentarsi ai controlli annuali per poter ricevere l’assegno di sostegno. Risulta infatti chiaro a tutti che la sua situazione non potrà migliorare e che di quella pensione ne ha diritto, eccome.
Patrizia scoppia di gioia: «Quando mi è arrivata la notizia non credevo alle mie orecchie - confessa -, ci aspettavamo tempi molto più lunghi». La coppia, che stringe la cinghia tutto l’anno, stavolta ha deciso di concedersi un festeggiamento: «Andremo al ristorante e porteremo anche mio suocero che ci ha aiutato e che si è sobbarcato le file agli sportelli Inps per tutte le trafile. È stato il nostro angelo».
Tutto torna alla normalità per Riccardo e Patrizia. Ed ora quella quotidianità, fatta di stenti, sembra avere un sapore diverso. «Ci rendiamo conto di essere fortunati - ammette lei - perché la nostra storia è stata risolta molto velocemente.

Vorrei fosse così anche per tutti gli altri invalidi che magari vengono scambiati per furbetti. È ovvio che ognuno di loro, Riccardo compreso, preferirebbe poter camminare anziché ricevere la pensione di invalidità. Ma è giusto che vengano sempre riconosciuti i diritti di chi soffre».

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