Il benessere delle famiglie del Lazio sembra unequazione, dove i parametri di qualità e quantità sono inversamente proporzionali e ostacolano il raggiungimento dellequilibrio. Se da una parte, infatti, i pochi cittadini «ricchi» continuano a vivere in una condizione di imperturbabilità economica, è altrettanto vero che le tasche della maggior parte della popolazione sono ogni giorno più vuote. Un divario sconfortante che oltre a confermare, accentuandola, la progressiva scomparsa della classe media, conferisce alla regione un triste primato a livello nazionale. Il Lazio si aggiudica infatti la maglia nera, con un indice di concentrazione della ricchezza pari a 0,339, ma diffusa esclusivamente tra le fasce benestanti, a cui si contrappone una grave contrazione della capacità di spesa delle classi cosidette «deboli». Questa la preoccupante fotografia che emerge dallindagine condotta dallEures - associazione che conduce ricerche economiche e sociali - in collaborazione con lUpi del Lazio, presentata ieri mattina a Palazzo Valentini.
Lanalisi evidenzia che, su un campione di 2.005 famiglie del Lazio, oltre la metà, precisamente il 56,8 per cento, afferma di essere stata colpita dalla crisi economico-finanziaria. In particolare il 47,6 per cento degli intervistati dichiara di aver subito, negli ultimi cinque anni, una riduzione del benessere e un decremento della qualità della vita. Le spese mediche, i prodotti alimentari, le bollette da pagare, ma anche lacquisto dei vestiti ritenuti necessari sono ostacoli insormontabili per il 15,4 per cento dei cittadini laziali, che a stento riescono ad arrivare a fine mese. Una condizione che si aggrava nelle famiglie a «rischio povertà», che dispongono cioè di un reddito molto inferiore a quello necessario a consentire un sufficiente livello di benessere: denunciano, difatti, una dinamica sempre più negativa con un impoverimento del 70,2 per cento.
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