Le ricchezze del Rajasthan

da Milano

L’India è uno sterminato Paese-continente, e per un viaggio è necessario scegliere accuratamente le destinazioni. Il celebratissimo Rajasthan è una delle regioni più belle, dove gli elementi di attrazione si mescolano diventando nel loro insieme motivo di entusiasmo.
L’architettura, per esempio. Dai suoi palazzi, mausolei e monumenti, questa regione esprime una ricchezza fiabesca che forse non ha pari nel mondo. Dimensioni colossali, varietà decorativa, pregio dei materiali: l’onda lunga del gusto arabo qui trova inaspettati innesti di altre culture - non ultima l’eco del Rinascimento italiano - e la preziosità costruttiva ha avuto tra il Sei e il Settecento uno sviluppo prodigioso. Il Taj Mahal, ad Agra, uno dei monumenti funebri più famosi della storia, è un simbolo assoluto di scenografia; il Palazzo dei Venti di Jaipur, costruito per le donne di corte, è un raffinatissimo esempio di merlettature urbane; l’Amber Fort, sulle alture della stessa Jaipur, è un palazzo-fortezza difensivo dalle articolazioni insospettabili. Ancora: il City Palace di Udaipur, affacciato sul lago, è un’imponente città-palazzo lungo due chilometri, dove i discendenti degli antichi maharana convivono con alberghi e musei di loro proprietà; di sotto, adagiate nel lago, isole edificate che tanto ricordano le nostre isole Borromee.
La gente è un’altra ricchezza indiana. Quantità incalcolabili di persone agitano una vita sempre movimentata, in strade, piazze, bazar, dove l’occhio è impotente a cogliere la vibrazione di ogni dettaglio. La povertà estrema convive pacificamente con la ricchezza ostentata. Vite da marciapiedi, dove la casa è, se va bene, una coperta di lana e niente più, vicino al lusso di palazzi e alberghi dall’aplomb britannico. La precarietà non appare un tormento, la miseria è accolta con un’accettazione trascendente, con un sorriso: la serenità degli indiani è un grande insegnamento per la civiltà dello spreco.
Diceva, poi, Giovanni Ansaldo: «Viaggiare è una partita di shopping»; e in India chi vuol portarsi a casa i segni del viaggio può spaziare dai gioielli alle sete, dai bronzi alle terracotte, dai lavori in osso agli abiti su misura. La versatilità artigianale degli indiani, che ha tradizioni diverse da città a città, scivola in mille rivoli commerciali che riempiono i mercati e le strade. La schermaglia della trattativa è una piccola, quotidiana linfa di gioco nel viaggio, e assume varietà imprevedibili: piccole compravendite, insignificanti ma piene di stimoli, avvengono nelle botteghe e ovunque per strada, e può persino capitare che intraprendenti ambulanti lancino i loro oggetti ai turisti che salgolo sull’irto colle di Amber a dorso d’elefante.
Infine, gli alberghi. L’ospitalità rispecchia tutta la tradizione indiana: il culto del servizio, la monumentalità degli edifici. La catena Oberoi, una delle più eleganti dell’Asia intera, permette all’ospite di continuare le emozioni del viaggio anche nelle hall, nei ristoranti, nelle camere.
Oberoi è la catena scelta da Best Tours - www.besttours.it; tel. 199303199- , il tour operator del gruppo Viaggi del Ventaglio, per la propria clientela. Best Tours si rivolge al segmento alto del mercato, fatto di un pubblico dalle spiccate esigenze culturali, cui si abbina la ricerca del miglior benessere. Il nuovo catalogo India, che comprende anche il Rajasthan e il cosiddetto Triangolo d’oro, trova in Oberoi una sponda importante. Dall’albergo di Delhi, sobrio e business, dotato di eccellenti ristoranti, il crescendo è sorprendente: ad Agra, l’Oberoi Armavilas, incorniciato da fontane all’italiana, è l’unico albergo ad affacciarsi con tutte le camere sul Taj Mahal.

A Jaipur, l’Oberoi Rajvilas è un villaggio immerso nel verde, architettura indiana e splendido bar all’inglese. A Udaipur, l’Oberoi Udaivilas è un tripudio di cupole d’oro, di marmi intarsiati, di arredi sontuosi. Per i viaggi, Best Tour ha scelto Air France, che ha come «hub» l’aeroporto Charles de Gaulle di Parigi.

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