Ricci, caprioli e lamponi: alla scoperta dei segreti dell’unico parco abitato

La riserva dei Colli conta 50mila residenti in 10 comuni. Un’oasi immersa nel verde con 40 specie di mammiferi

La volpe e il capriolo sorprendono facendo capolino a pochi passi dalla città. È la magia del Parco dei Colli di Bergamo.
I bergamaschi ci convivono senza conoscerne fino in fondo la preziosità. Nella settimana dei parchi in Lombardia fino al 5 giugno è possibile vivere più di 150 eventi nella natura. Il polmone verde di Bergamo, terzo a livello regionale, è l’unico d’Europa a essere abitato, vi risiedono cinquantamila persone. In genere i parchi tutelati sono off-limits all’uomo, a Bergamo i più fortunati vivono all’interno della riserva protetta anche se per anni hanno guardato al parco come l’ente dei vincoli, il censore. Tanti i no pronunciati per impedire edificazioni (nel 2009 sono state comminate sanzioni per 50mila euro). Gianluigi Cortinovis presidente del Consorzio Parco dei colli di Bergamo, racconta con entusiasmo la bellezza di questa risorsa naturale, le potenzialità e i tanti progetti in cantiere. Progetti che l'ente finanzia con fondi autonomi e grazie all'adesione ai bandi regionali.
Il parco, cinquemila ettari di natura, si estende dal fiume Serio al Brembo fino al cuore del capoluogo. Dieci comuni consorziati (Almé, Bergamo, Mozzo, Paladina, Ponteranica, Ranica, Sorisole, Torre Boldone, Valbrembo, Villa d’Almé), pronti a una grande sfida: l’avvio in terra orobica di un turismo rurale. Qui si trovano quaranta specie di mammiferi fra cui il riccio diventato simbolo e logo del parco, centosessanta specie di uccelli, dieci di rettili, dodici di anfibi, e dieci di pesci. Insomma una bella varietà di fauna, altrettanta la flora in una terra che conta diversi Bed and breakfast e un’ottantina di aziende agricole volte all’eccellenza. Nel Parco dei Colli si produce miele di acacia e di castagno, olio, piccoli frutti come i lamponi di Castello a Ponteranica, vino Valcalepio rosso incrocio Terzi, Pinot bianco, salumi di pecora, ortaggi biologici, formaggi caprini e di monte prodotti nei dieci Comuni consorziati. Nel 2008 è stata avviata una sperimentazione per il recupero delle colture tipiche presenti nell’area del Parco dei Colli di Bergamo. In particolare la patata. Sono state seminate duecento chili della varietà rossa e altrettante di quella bianca. Risultato della raccolta: duemila chili di patate di ottima qualità. La cosa curiosa è che l’ente ha avuto l’idea di acquistare due macchine agricole per la semina e la raccolta dei tuberi, un investimento di poche migliaia di euro per attrezzi messi a disposizione gratuitamente a coloro i quali volessero aderire all’iniziativa, coltivando un pezzo di terreno. Così facendo si dà futuro all’intera zona, la si cura e preserva. Altra scommessa la formaggella del parco dei colli, prelibatezza che potrebbe dare un valore aggiunto a una terra bagnata dai fiumi, cullata dalla collina e impreziosita dalla storia e dall’arte dentro le mura venete. Il parco è percorribile a piedi, in bicicletta (si contano cento chilometri di sentieri), ci sono piste ciclabili e itinerari suggestivi da fare a cavallo. Numerosi gli spunti didattici. Ogni anno circa duemila studenti visitano e vivono l’intera area, ma il progetto è di trasformare gli spazi della Casa della Matta sul colle della Maresana, la montagnetta di Bergamo, in un laboratorio per promuovere esperienze uniche a contatto con la natura. Dalla Forcella al Canto Alto, luoghi in cui si domina un paesaggio affascinante. Girovagando per il parco, tra boschi e prati, si fanno incontri piacevoli: asinelli, capre e pecore, scoiattoli, donnole, rospi, salamandre.

Se si ha un buon fiuto si possono anche scovare prelibati tartufi. E pensare che la città frenetica è dietro l’angolo. Bastano pochi minuti di buona passeggiata, per sentirsi naufraghi su un’isola deserta circondata da un mare verde.

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