Michele Anselmi
da Milano
I Nastri d'argento compiono sessant'anni. E per l'occasione festeggiano, con premio alla carriera non proprio originale, Stefania Sandrelli, anch'ella splendida sessantenne. C'è da augurarsi che il galà di stasera ripreso da RaiSat, trasferendosi dall'Auditorium della musica all'Auditorium della Conciliazione, starring la statuaria e bionda Virginie Vassart al posto della minuta e nerissima Sabrina Impacciatore, non scivoli nell'improvvisazione triste come l'anno scorso. Non è necessario dirsi e farsi «informali» a tutti i costi, meglio una passerella pulita e onesta, senza papere e sussulti. Lo riconosce anche Laura Delli Colli, presidente di quel Sindacato giornalisti cinematografici che da sempre patrocina l'autorevole iniziativa. Per definire il palmarès di questa sessantesima edizione hanno votato in 171, su un ventaglio di 18 categorie. Chi ha vinto? Sapremo tutto nel tardo pomeriggio di oggi, in modo da non scoraggiare quei candidati, e sono tanti, che solitamente si presentano solo se rassicurati sull'esito della gara. E però, neanche troppo sotterraneo, il tam-tam delle indiscrezioni ha permesso al Giornale di ricostruire un quadro d'insieme del tutto attendibile, almeno per quel che riguarda le categorie principali.
Dunque: Michele Placido regista del miglior film italiano con Romanzo criminale; Francesco Munzi miglior regista esordiente con Saimir; Riccardo Tozzi, Marco Chimenz e Giovanni Stabilini, ovvero Cattleya, migliori produttori; Katia Ricciarelli migliore attrice protagonista per La seconda notte di nozze di Pupi Avati; Kim Rossi Stuart, Pierfrancesco Favino e Claudio Santamaria migliori attori protagonisti per Romanzo criminale; Angela Finocchiaro migliore attrice non protagonista per La bestia nel cuore di Cristina Comencini; Carlo Verdone migliore attore non protagonista per Manuale d'amore di Giovanni Veronesi; Clint Eastwood regista del miglior film straniero con Million Dollar Bay. Ci fermiamo qui.
Sembra che la battaglia sia stata dura, sul filo del singolo voto, tanto da sollecitare rigorosi conteggi, in almeno tre categorie, per evitare sorprese. Più semplice, poiché non avvenuta tramite referendum, la messa a punto dei Nastri speciali, andati a Dante Ferretti, Gabriella Pescucci, Nicola Piovani e Pietro Scalia. Il Nastro europeo laurea invece Barbora Bobulova. E proprio la trentenne attrice slovacca, ormai naturalizzata italiana, ieri pomeriggio, nel corso di un incontro alla Provincia, ha voluto ringraziare il Sindacato giornalisti, definendo il premio «non un punto d'arrivo, bensì uno di partenza, d'augurio». Le erano accanto, felici e un po' polemici, i doppiatori Adalberto Maria Merli (Clint Eastwood) e Alessandra Korompay (Juliette Binoche); mentre più tardi è stata la volta di Valeria Solarino, destinataria del neonato premio «Fendi Film - Talento 2006».
Che dire dei premi? Il trionfo di Romanzo criminale, film atipico e costoso, non baciato da enorme successo in Italia (circa 5 milioni di euro) ma destinato a un'incoraggiante carriera internazionale (tra pochi giorni in concorso a Berlino, poi il 10 marzo l'uscita in Francia in 250 copie), sembra indicare una nuova tendenza del cinema italiano. L'idea, cioè, di sfruttare quel po' di star system di cui disponiamo per realizzare film di un certo impatto produttivo, capaci di intrecciare respiro popolare e qualità d'autore.
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