Alla ricerca della fine del tempo

Gioacchino da Fiore (nell’immagine a lato) nacque intorno al 1130 a Celico (Cosenza). Il padre era notaio. Ricevuta un’educazione classica, si recò poi in seminario e a 18 anni (a 33 anni, secondo altre fonti) divenne monaco cistercense. Durante un viaggio in Medio Oriente studiò filosofia e scienza, e al ritorno in patria maturò un profondo distacco dal mondo materiale. Nel 1177 venne eletto abate di Santa Maria di Corazzo. Undici anni dopo fondò sulla Sila il convento di San Giovanni in Fiore e l’ordine dei florensi, approvato da Papa Celestino III il 25 agosto 1196.

Partendo dal dogma della santissima Trinità, Gioacchino divise nelle sue opere la storia in tre epoche: del Padre: corrispondente alle narrazioni dell’Antico Testamento; del Figlio: rappresentata dal Vangelo e compresa dall’avvento di Gesù fino al 1260; dello Spirito Santo: dal 1260 in avanti, ovvero quel periodo in cui l’umanità, attraverso un clima di purezza e libertà, avrebbe avuto un contatto diretto con Dio. Gioacchino morì nella chiesa di San Martino di Giove presso Canale nel comune di Pietrafitta il 30 marzo 1202.

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