Ricerca di Legambiente sui decibel all’interno delle carrozze del metrò: «Se si viaggia con i finestrini aperti stesso frastuono che in officina» «Nei treni della M3 rumore come in fabbrica»

La denuncia: «È oltre la soglia di guardia». Atm: «Nessun pericolo per la salute»

Finestrini aperti o chiusi? Soffocare per il caldo o rischiare di rovinarsi l’udito? È la difficile scelta che, di questa stagione, i passeggeri della metropolitana affrontano ogni giorno. Già, perché le linee del trasporto sotterraneo milanese sono assordanti quanto un’officina metalmeccanica in piena attività. A dirlo è Legambiente, che ha ripreso i dati di un rilevamento audiometrico effettuato dall’Asl MilanoDue durante i mesi di maggio 2005 e gennaio 2006. «Il passaggio dei treni al massimo della velocità provoca all’interno dei vagoni un rumore di addirittura dieci decibel maggiore rispetto al limite di 85 fissato dalle norme a tutela dei lavoratori (il decreto legislativo numero 277 del 1991), oltre al quale è obbligatorio l’uso di protezioni - denuncia l’associazione-. Ma se gli operai possono indossare cuffie anti-rumore, come fanno i passeggeri a salvare le proprie orecchie?».
Legambiente, per bocca del presidente della sezione lombarda Andrea Poggio, ha dato voce al disagio dei viaggiatori milanesi: «I dati diffusi dall’Asl MilanoDue non lasciano dubbi: i livelli di rumorosità oltrepassano di gran lunga la soglia di guardia». Sono stati registrati 89,8 decibel sulla linea 1 tra San Leonardo e Pagano, 87,5 decibel sulla linea 2 tra Cadorna e Udine, e, primato del fracasso del trasporto pubblico milanese, 94,3 decibel di media su tutta la tratta San Donato-Maciachini della linea 3. «È paradossale - ha commentato Poggio - che la linea più recente sia anche la più assordante. Per le prossime linee 4 e 5 dobbiamo aspettarci ancora più rumore?».
Legambiente rende noto che un rilevamento analogo a quello effettuato sulla metropolitana milanese è stato eseguito sull’«Underground» londinese, il più grande sistema di trasporto sotterraneo europeo. I dati evidenziano che qui i rumori non superano gli 80 decibel, soglia oltre la quale, come sottolinea Poggio «si riscontrano disturbi del sonno e variazioni dell’equilibrio ormonale».
Secondo l’associazione ambientalista, per risolvere la situazione, si potrebbero revisionare le linee ed installare sistemi antivibrazione nelle gallerie dei tratti più lunghi, dove i treni raggiungono le maggiori velocità, oltre a sostituire le carrozze con nuovi vagoni dotati di aria condizionata, che permetterebbero di viaggiare, anche nei periodi più caldi, con i finestrini chiusi.


Secca la risposta di Atm, l’Azienda trasporti milanesi: «I livelli di rumore riportati da Legambiente non sono comparabili con i limiti definiti dal decreto legislativo del 1991, in quanto tale legge si applica esclusivamente ai luoghi di lavoro, dove la permanenza per diverse ore potrebbe davvero provocare i danni segnalati. Atm è da sempre attenta alle tematiche ambientali e, anche in questo caso, tiene sotto controllo i livelli di esposizione al rumore per evitare disagi ai propri passeggeri».

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