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La ricerca «Troppo benessere frena crescita sociale ed economica»

Calcolo dopo calcolo, la scienza ora ci assicura che la ricchezza non dà la felicità per davvero. In base a complicate formule matematiche, gli studiosi hanno scoperto che, quando una nazione raggiunge una certa soglia di ricchezza, i suoi cittadini si sentono più tristi. E più l’agio aumenta, più la situazione peggiora. È la teoria elaborata da due professori di economia, Curtis Eaton e Mukesh Eswaran e pubblicata dal britannico «Economic Journal». Quando un Paese raggiunge una ragionevole soglia di ricchezza, dicono, i suoi abitanti iniziano a rivolgere i consumi verso prodotti privi di valore «intrinseco» come vestiti di marca, auto di lusso o gioielli. «Questi prodotti - spiegano - non aggiungono nulla alla società: soddisfano solo chi li acquista, che può far così sfoggio di ricchezza. Gli altri, al contrario, vengono colpiti da una sensazione di povertà». «Questo fenomeno è conosciuto come la competizione di Veblen. Se la ricchezza media aumenta, le persone diventano più facoltose ma non per questo più felici».
Ma i due scienziati si sono spinti più in là.

Quando le persone sono concentrate ad acquisire prodotti status-symbol, sono meno disposte ad aiutare gli altri. Questo modo di fare mina il senso di comunità e fiducia della società. «Il consumo di prodotti privi di valore intrinseco - concludono - alla lunga limita le prospettive di crescita dell’economia».

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