La ricetta anticrisi del Cav: «Rigore ma senza patemi Sinistra debole e confusa»

RomaParla per una ventina di minuti Silvio Berlusconi, in collegamento telefonico con l’assemblea di Alleanza di centro, in corso a Padova. Il leader dell’Adc, l’ex udiccino Francesco Pionati, alza la palla facendo una domanda sul Pd e il premier schiaccia: «Credo che la sinistra sia in una situazione di grande debolezza e confusione: non vedo progetti, non vedo idee né leader». Di fatto una risposta all’ultimo affondo di Bersani che aveva accusato il centrodestra di non aver prospettive. Niente di tutto ciò: per il Cavaliere «gli italiani sono in buone mani» e rivendica i risultati del suo esecutivo: «Abbiamo fatto 35 riforme nei nostri cinque precedenti anni di governo e ne abbiamo fatte 12 in questi quasi due anni e mezzo - dice - si tratta di riforme importanti come quella del processo civile, dell’università, del ritorno al nucleare, del piano casa, del piano per il Sud, del federalismo fiscale».
C’è anche una risposta al ministro dell’Economia Giulio Tremonti che in questi giorni aveva fatto fosche previsioni sul futuro economico nazionale ed internazionale. Per Berlusconi serve invece ottimismo: «Si può guardare al futuro con sicurezza, con ottimismo e senza patemi d’animo - dice alla platea - io sono sereno e bisogna lavorare, impegnarsi, aver fiducia ed essere ottimisti. Occorre sapere che c’è un governo che ha un’ottima squadra, in cui ci sono tanti giovani capaci e lavoratori instancabili». Un ragionamento che poggia su dati reali: «Certamente ho il dovere di dire che la crisi c’è stata, che c’è, e che farà sentire in questo 2011 i suoi effetti - ragiona il Cavaliere - ma ho anche l’orgoglio di affermare che il nostro governo ha fatto il meglio possibile nella peggior contingenza possibile». Come noi soltanto la locomotiva tedesca: «In piena recessione il governo ha compiuto l’impresa di migliorare i saldi correnti. Un solo paese europeo come noi ha fatto questa cosa: la Germania».
E ancora: «Il mio ragionamento è basato su dati reali e non su opinioni - graffia Berlusconi - e siamo riusciti ad abbattere il fabbisogno di cassa di oltre un punto di Pil». Ma se da una parte contesta implicitamente il pessimismo di Tremonti, dall’altra rassicura che la linea del suo ministro dell’Economia non cambierà: «La strada è quella del rigore e della responsabilità, altrimenti non è possibile creare le condizioni per una nuova stagione di sviluppo».
Le fibrillazioni nella maggioranza non devono preoccupare più di tanto perché, dice Berlusconi, l’operazione di Fini è naufragata: «Con un gioco di palazzo hanno tentato di mandare a casa il governo, ma Camera e Senato hanno detto no all’ipotesi “ribaltone” e hanno dimostrato che l’attuale maggioranza è l’unica garanzia di governabilità». Un ringraziamento particolare Berlusconi lo dà a Pionati, uno dei registi del gruppo parlamentare che sta nascendo alla Camera: «Il governo va avanti, forti come siamo del consenso popolare, di un alleato storico e affidabile come la Lega e di un nuovo gruppo di responsabilità nazionale che si sta formando - di cui l’Adc è parte integrante - e che costituirà la terza gamba della maggioranza».


Ma i numeri, per ora, sono ballerini; ecco perché il Cavaliere ripete che è necessario «riunire tutte le forze che si riconoscono nel Ppe e che credono nel primato della persona e della società sullo Stato, che è il contrario della filosofia della sinistra». Un evidente appello a Casini che ancora ribadisce di non voler fare da stampella al governo mostrando i muscoli soprattutto nei confronti della Lega.

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