Politica

La ricetta di Campania e Liguria: più tasse

Bassolino porta all’aliquota massima l’addizionale regionale sull’Ire

Antonio Signorini

da Roma

Tasse in calo o ferme per tutti, tranne che per i cittadini di Campania e Liguria. In queste settimane le ventuno giunte dello Stivale sono alle prese con i rispettivi bilanci del 2006 e le uniche due Regioni ad avere messo in cantiere un aumento delle addizionali alle imposte, oltre a qualche ritocco alle accise, sono quelle governate dai diessini Antonio Bassolino e da Claudio Burlando.
Per la verità, quest’ultima non ha deciso niente di ufficiale. L’ex ministro dei Trasporti, parla da tempo di una «tassa Biasotti», dal nome dell’ex presidente della Liguria che - secondo Burlando - avrebbe lasciato un buco nei conti della regione costringendo la nuova giunta a un giro di vite sui contribuenti. Ma per il momento nessuna decisione ufficiale è stata presa. C’è un calcolo di quanto dovrebbe pesare l’aggravio fiscale per ogni famiglia ligure: 142 euro. E c’è anche la destinazione dei soldi: serviranno tutti a colmare il disavanzo della sanità regionale. Ma su quali leve fiscali azionare nella giunta di centrosinistra non c’è ancora un accordo. Quasi scontato un ricorso a un aumento dell’addizionali Irap e Ire (ex Irpef). Ieri Burlando ha puntato i piedi su una ricetta drastica: aliquota massima (1,4 per cento) per i redditi superiori ai 20mila euro all’anno. Ma c’è da scommettere che la sinistra interna darà ancora battaglia per introdurre una modulazione delle aliquote che colpisca solo i redditi alti. L’indecisione dell’esecutivo regionale sta facendo salire la protesta delle opposizioni. «Se è vero come dice Burlando che dal 2006 non ci saranno più i soldi per gli stipendi cosa si sta aspettando?», lamenta il capogruppo di Forza Italia al consiglio regionale Luigi Morgillo. Anche perché, spiega l’azzurro ligure, «ormai penso che non ci siano più i tempi tecnici per misure come i rincari dei bolli auto». Questi dovrebbero infatti partire dal 2007. Meno problematico il rincaro delle accise sulla benzina: più 2,58 centesimi al litro da gennaio.
Chi questa ricetta l’ha già messa nero su bianco è la Campania. La giunta di palazzo Santa Lucia ha già approvato la legge di bilancio e per fare fronte al taglio dei trasferimenti statali, quantificato in 200 milioni, Bassolino ricorrerà a tagli delle spese per 81 milioni, mentre il resto è tutto affidato alla leva fiscale. Il piatto forte è proprio l’aumento delle addizionali Ire e Irap. Anche in questo caso la quota regionale della imposta sui redditi aumenterà di mezzo punto percentuale passando dallo 0,9 all’1,4, il massimo consentito. Confermati anche i rincari delle accise sulla benzina (tre centesimi al litro) e del bollo auto, che erano stati introdotti nel 2004 come temporanei.
Le altre Regioni, per il momento, sembrano non voler ricorrere alla leva fiscale e stanno - come da indicazioni del governo - puntando più che altro sui tagli alle spese. Per la piccola Val d’Aosta la sforbiciata agli assessorati arriva al 20 per cento. Nessun aumento della pressione fiscale in Lombardia, ma tagli per 60 milioni di euro senza toccare sanità e servizi sociali. Addizionali ferme in Veneto, mentre il Friuli Venezia Giulia punta su una riduzione selettiva dell’Irap, prevista in calo dal 4,25 al 3,25 per le imprese virtuose e innovative. La Calabria ha invece disobbedito al governo abolendo il ticket sanitario regionale. Diversa la ricetta della Puglia guidata da Nichi Vendola, che sui ticket ha preferito limitarsi ad alcune esenzioni.

La Sicilia ha puntato invece sull’eliminazione di alcune tasse di concessioni governative e sulla lotta all’evasione fiscale con l’aiuto dei Comuni.

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