nostro inviato a Messina
«Faremo come allAquila. Nel tempo necessario vi ridaremo le case». Dopo un lungo giro in elicottero sul crinale della montagna dove nei giorni scorsi si è staccato il costone che ha spazzato via Giampilieri Superiore, Silvio Berlusconi fa visita agli sfollati del Messinese.
Il premier non nasconde di essere rimasto scosso dal panorama «impressionante» che gli ha mostrato pochi minuti prima il capo della Protezione civile Guido Bertolaso, anche perché la scia lasciata dal fango che ha trascinato le case verso il mare è ancora ben visibile. «Sono contento di vedervi qui, sono contento che ce l'abbiate fatta», dice ai primi 174 sfollati che incontra al residence Le Dune.
Accompagnato dai ministri Stefania Prestigiacomo e Altero Matteoli e dal sottosegretario Rocco Crimi, il Cavaliere si ferma a parlare in più occasioni. E a tutti assicura che «il governo si impegnerà finché non risolveremo il problema come stiamo facendo in Abruzzo». «Non sarete abbandonati», ripete ai tanti che gli si fanno incontro raccontando nei dettagli la notte di giovedì.
E sul punto Berlusconi è deciso non solo quando si presenta allhotel Capopeloro prima e al residence Le Dune poi. Ma anche durante la riunione dell'unità di crisi in prefettura. «Faremo come all'Aquila», insiste. Dove a neanche sei mesi dal terremoto sono già stati consegnati i primi 500 appartamenti antisismici in muratura.
E poi, dice più tardi durante un punto-stampa, «la ricostruzione costa troppo e soprattutto non è sicura». La soluzione, dunque, è quella abruzzese: «Nuove abitazioni in altre zone ma sempre all'interno del tessuto urbano». «Costruiremo nuovi quartieri, strutture abitative - spiega - con giardini e con negozi per far ripartire il piccolo commercio». E i soldi, aggiunge, non saranno un problema: «Il governo metterà tutte le risorse necessarie, speriamo già un miliardo di euro nel prossimo Consiglio dei ministri, e gli enti locali dovranno occuparsi di individuare le nuove aree edificabili». Per tutti coloro che sono stati colpiti dal disastro, invece, «bloccheremo le tasse e i mutui».
A gestire la ricostruzione sarà il presidente della Regione Raffaele Lombardo che, fa sapere il Cavaliere, sarà nominato commissario straordinario per l'emergenza.
Berlusconi fa poi il bilancio della tragedia: 22 i corpi recuperati, 13 dei quali sono stati identificati. «E temiamo - aggiunge - che ci siano circa 40 dispersi». Gli sfollati sono invece 524, ospitati in quattro hotel a Messina e in altri due a Scaletta Zanclea. Mentre per i soccorsi sono stati messi in campo 2.070 uomini e 491 mezzi.
Un disastro, dice il premier, che era stato «previsto». «Sapevamo che si sarebbero verificate delle situazioni in queste zone e - spiega Berlusconi - avevamo dato avviso per tempo» (con un comunicato della Protezione civile del 30 settembre). Ma «l'emergenza idrogeologica è stata eccezionale» perché «la precipitazione iniziata nelle prime ore del pomeriggio del 1° ottobre è stata più intensa di quanto si prevedeva e gli intervalli tra una e l'altra situazione sono stati ristretti tra tre e sei ore».
Una quantità d'acqua tale da far scivolare via con il fango anche «case vecchie di 200 anni» e non solo costruzioni recenti. Il governo, però, «ha risposto all'emergenza in tempi molto rapidi». «Abbiamo attivato subito l'unità di crisi, il centro di soccorso e offerto l'assistenza sanitaria, ripristinando la viabilità e le reti e le strutture tecnologiche. E dopo il disastro - aggiunge - abbiamo subito emanato decreto di stato d'emergenza».
La promessa che il Cavaliere ripete agli sfollati è il suo impegno nella ricostruzione: «Sarò lieto di tornare qui a fare il punto sulla ricostruzione». Il modello L'Aquila, appunto. Con un vantaggio, visto che le dimensioni del disastro - almeno dal punto di vista dei senza casa - sono decisamente minori.
Fuori dalla prefettura, intanto, una ventina di contestatori del movimento «No ponte» - contrari alla costruzione del ponte sullo Stretto di Messina - trovano il tempo e la faccia per contestare il Cavaliere.
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