Ricette all’acqua di Lourdes Truffati pure i malati di cancro

Un po’ di acqua «benedetta» per guarire. Da ingurgitare seguendo scupolosamente la posologia. Qualche goccia di Lourdes, qualcun altra di San Damiano e via dicendo. Mattina, pomeriggio e sera. Ed erano in tanti a crederci, soprattutto gente disperata disposta a illudersi pur di guarire. Ma per gli investigatori quei distillati al massimo potevano funzionare come placebo. Trentanove persone sono così state denunciate dai carabinieri dei Nas di Ancona con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata alla truffa e all'esercizio abusivo della professione sanitaria.
È lo studio Giba di Numana (Ancona), della dottoressa Enza Maria Ciccolo, 71 anni, una laurea in biologia a Pisa e studi a Lione, nella Scuola di Auriclomedicina del professor Paul Nogier, il centro delle Acque a Luce Bianca che, secondo la procura di Ancona e i carabinieri del Nas, avrebbe illuso almeno 500 malati di poter guarire con pozioni a base di semplice acqua del rubinetto.
Tra chi si rivolgeva alla biologa e ai suoi collaboratori sparsi per mezza Italia persone di ogni fascia d'età e censo, in alcuni casi anche molto facoltose: pagavano dai 100 ai 200 euro e oltre per dei flaconcini con acque che si diceva fossero prelevate dai santuari mariani di Lourdes, Fatima e Medjugorje e altri luoghi sacri. Acque «magiche», che promettevano di guarire anche tumori o altre gravi malattie, gocce che sarebbero state «di protezione e aiuto» anche per scampare alla «Sars».
Nell’home page del sito «Giba» si spiega che «per dare aiuto alla nostra terra in un momento così particolare» sia necessario «riabilitare e stabilizzare la nostra alleanza con gli Angeli di Dio... Loro «riportano in noi delle potenzialità originarie che si sono spente sempre più nell’alleanza con gli angeli caduti, matrimonio che ha generato nei millenni i nostri demoni, figli “geneticamente modificati». Insomma un delirante mix di misticismo, superstizioni e arcaiche paure che a quanto pare riusciva a catturare pazienti in cerca solo di una speranza.
«Lo studio e l’utilizzo delle acque- che scaturiscono dai luoghi sacri naturalmente- spie informate di Amore di Luce», può «sciogliere in noi l’antico matrimonio realizzando la nuova genesi», si può leggere nel sito dei novelli alchimisti.
Ai pazienti, veniva spiegato che «la malattia non attende un rimedio dall’esterno, ma una comprensione profonda, dalla quale scaturisce la possibilità di una guarigione di tutti i piani dell’essere, attraverso una risonanza che ciascun malato trova con frequenze di luce che gli sono necessarie e che un’acqua gli conduce». Quest’acqua «agisce su di noi come su ogni organismo vivente, e ricollega l’uomo al suo ambiente, riconducendolo a Dio», sproloquiava Enza Maria Ciccolo.
Nel corso dell'operazione sono stati sequestrati tra Ancona, Venezia, Milano e Bari, 4 studi medici e un laboratorio in cui venivano preparate le miracolose pozioni grazie alle quali gli indagati promettevano la guarigione ai loro clienti, spesso spingendoli ad abbandonare le terapie tradizionali.


E tutto funzionava con una pubblicità on line e un fitto passaparola in cui si «narrava» di biologi e fisici che avevano messo a punto questa tecnica innovativa per «riarmonizzare la materia attraverso le presunte frequenze sprigionate dalle acque benedette».

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