Paola Bulbarelli
da Milano
Belli, abbronzati, atletici il giusto. No muscoli da Big Gym tanto per intendersi. Sono i ragazzi targati D&G, la linea più giovane, e più accessibile, di Dolce e Gabbana che, ancora una volta, pensa ai giovani, alle loro voglie modaiole, ai capricci che stanno spesso dietro a certi modi di vestire scelti per piacere, piacersi, mandare messaggi. È il linguaggio usato da chi non si porta ancora sulle spalle il fardello di un lavoro e, il più delle volte, è uno studente che sa godersi le vacanze. Luogo delezione, Ibiza. La spiaggia, la pineta circostante dove fare festa da mattina a notte senza più distinzione. Unico pass dentrata, un paio docchiali in tartaruga, perfetti sia da sole che da vista. Per il resto, spazio alla fantasia, al colore, allimprovvisazione almeno apparente. Tutto è studiato da Domenico Dolce e Stefano Gabbana, invece. Ovviamente jeans a gogo perfino tagliati e assemblati a metà con i costumi da surf. E poi bermuda al ginocchio, fresche camicie di garza stampata a fiori, piccole giacche, mutande a vista a fiorellini. Un giovane doggi, quindi, uno di quelli che potremmo incontrare ovunque. Simpatico, gioviale, anche un po romantico. Che si diverte a mettere le tipiche ciabatte di plastica incrociate o i sandali di corda e, magari, prende ispirazione nel vestire guardando il video dei Weezer. Daltronde è fuori discussione che la musica faccia parte della vita dei ragazzi.
Prendi John Richmond, ad esempio, e non ne può venire che una conferma. Lo stilista inglese, da sempre contaminato dal rock, non perde mai il ritmo e si butta su abiti bicolore, lucidi di pelle di serpente superfine, stampe tattoo, maglie logo jaquard, dettagli militari, camicie pieghettate, ricamate, borchiate, tempestate dargento. «Certi pantaloni con la vita così bassa non possiamo più metterli, è una questione detà», rispondono in coro Girolamo Sirchia e Gabriele Albertini in prima fila da Richmond. Eppure il sindaco di Milano il fisico giusto ce lha, quasi come certi ragazzi visti da Trussardi eleganti, curati, ben vestiti.
Il marchio del levriero, finito pure nella stoffa dello smoking, ha lavorato su tagli sartoriali. Finiti in blazer a due bottoni, trench di camoscio, camicie bianche. Il corpo è in evidenza sotto le maglie strette esaltate anche nei colori vivaci come il rosso, il giallo, il verde. Una moda per uomini sempre più vanitosi che ormai sanno scegliere e distinguere. Per questo le proposte sono tante. Laura Biagiotti pensa al nuovo rubacuori convinta che «i capi da uomo dovrebbero essere divertenti tanto quanto quelli da donna». Per la stilista romana un must è la camicia in seta, in lino messa con shorts, con gessati dorati, pantaloni aderenti. E poi i fiori stampati o ricamati sulla garza: uneccentricità che colpisce nel segno. Il tessuto sasawashi è invece il punto di forza di Luciano Barbera. Si tratta di una fibra naturale antibatterica, traspirante, regolatrice dellumidità, capace di respingere gli ultravioletti e di creare un campo magnetico per abiti doppio petto davvero speciali.
Così come speciali sono le scarpe firmate Tods. Che propone in una nuova versione di uno dei suoi storici pezzi, la Competition.
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