Al ricordo di Almirante solo fischi all’ex delfino

MilanoLa platea fischia e rumoreggia, e qualcuno lancia un epiteto. Ignazio La Russa non infierisce: «Il mio sentimento è di pena per chi ha sbagliato tradendo la sua storia».
Gli occhi azzurri di Giorgio Almirante sono in primo piano, sul palco. L’immagine è ritratta su due manifesti ai lati di un grande tricolore. La scena è quella di una manifestazione politica, ma non solo. Un pezzo importante della destra italiana si è ritrovata ieri in un teatro gremito nel centro di Milano per ricordare il capo storico del Movimento sociale italiano. E, ricordando, per parlare dell’oggi, e del domani. E quegli occhi sono stati un’altra volta al centro della scena: «Occhi bellissimi» per donna Assunta - una vita accanto all’uomo - che ha ricevuto l’abbraccio commosso di quella che è anche una comunità di uomini e di donne.
Ma quegli occhi, gli occhi del leader politico - lo ha detto il coordinatore del Pdl, Ignazio La Russa - sapevano guardare lontano, «immaginare il futuro». E in una storia quarantennale, dal Dopoguerra fino al 1988, c’è solo una scelta che il popolo della destra non rifarebbe, quella del «delfino», Gianfranco Fini. Il film che ha ripercorso le tappe di quella vita avventurosa, seguito in silenzio religioso, solo una volta è stato interrotto dagli irrefrenabili umori della platea - umori diversi dalla nostalgia. Fischi. Non per Giulio Andreotti o Arnaldo Forlani, che alle interviste hanno affidato il riconoscimento per l’avversario implacabile: non solo «parlamentare esemplare», ma anche - alla fine - uomo di partito che ha contribuito a «consolidare la democrazia italiana», portando dentro il Parlamento i valori e le idee di tanti giovani che - come ha riconosciuto lo stesso La Russa - «grazie a lui non si sono persi» e hanno «accettato la competizione democratica».
I fischi e qualche grida («rinnegato») sono andate a chi avrebbe dovuto esserci e non c’era («è a Montecarlo» ha scherzato un militante). A quel delfino che è diventato «sardina», come qualcuno ha ironicamente constatato. Massimo Corsaro, vicepresidente dei deputati del Pdl, ha demolito il neo-progressismo degli ex: la destra difende la vita dalla nascita alla morte e anche la famiglia formata da un uomo e da una donna, o «non è destra» - ha detto - citando uno dei discorsi più noti di quello che fu anche un oratore formidabile. «L’uomo che ha inventato la destra nazionale», per Riccardo De Corato, vicesindaco.


Una destra che oggi sta da protagonista dentro il Pdl. «Noi possiamo guardare i nostri figli negli occhi - Viviana Beccalossi, vicecoordinatore regionale del Pdl, 40 anni, in politica da 26 - perché noi non abbiamo tradito i nostri valori».

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