Ieri, per Mike, è stato il giorno del ricordo. «Mi dispiace tanto: ho perso unaltra persona alla quale devo gran parte del mio successo di quegli anni». Bongiorno è commosso quando parla di Gian Luigi Marianini, il professore del suo Lascia o raddoppia?. «È stato un grande attore, che ha recitato per tutta la vita». Il primo ricordo è degli anni del liceo: «Frequentavo il Rosmini a Torino. Marianini - ha raccontato il conduttore allAnsa - aveva deciso di fare il sacerdote e veniva in classe vestito da prete a fare lassistente, a controllare noi studenti mentre facevamo i compiti. Già allora era un personaggio eccentrico. Fuori della scuola si toglieva la cotta e si vestiva da dandy, tutto colorato: lo vedevamo così in giro nei bar più noti, a passeggio nei parchi. Era anche uno dei personaggi più richiesti nei salotti bene, per la sua parlata unica, il fraseggio forbito, ma anche per lintelligenza fuori dellusuale». Lì Marianini amava «recitare sue poesie molto romantiche: ma il momento più atteso era il finale, di solito affidato a una frase scurrile, accolta dai gridolini delle signore».
Tornato dagli Stati Uniti, dopo la guerra, Bongiorno decise di lanciare Lascia o raddoppia? e pensò subito a Marianini: «Gli dissi che doveva impersonare quel personaggio che ricordavo benissimo. E mi rispose: Non cè problema, sono ancora così e vado sempre vestito così. E via con giacche colorate, strani panciotti: ogni giovedì aspettavamo con ansia di vedere con quale abito si sarebbe presentato».
Ma la chiave del successo di Marianini era anche nel suo eloquio: «A me si rivolgeva chiamandomi mio dotto inquisitore. Era un personaggio vero, forse il primo grande e irripetibile personaggio della storia del quiz». Mike è sicuro: quelli dellepoca erano «tutti personaggi genuini, non prefabbricati. Allora a domanda si rispondeva: se la risposta era esatta, si andava avanti, altrimenti si veniva eliminati. Oggi è unaltra epoca: i quiz sono a risposta multipla, i personaggi sono spesso costruiti.
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