Ma cosa sono mai, cosa significano mai «gli occhi da tigre»? Perché è da qualche settimana che sia Iachini che Malesani, ripropongono con insistenza questa immagine. Con qualche differenza, in verità: il tecnico blucerchiato, dopo la gara col Bari, ha gridato: «Non ho visto nei miei ragazzi gli occhi da tigre...». Mentre Malesani, dopo la gara col Novara, soddisfatto e felice ha ribattuto: «Ho visto nei miei ragazzi... gli occhi da tigre!».
Chi poteva spiegare questa immagine se non un grande domatore italiano, uno dei più grandi davvero? È proprio a lui, Flavio Togni, domatore del Circo Americano (sarà a Genova a febbraio), abbiamo chiesto questa morbosa spiegazione.
Togni, lei che di tigri se ne intende, cosa significa «occhi da tigre»?
«Interessante domanda - ribatte lui sorridendo - significa che la tigre, quando ha davanti a sé il boccone lo vuole difendere a tutti i costi e nessuno può toglierlo dalla sua bocca».
Ma laffinità con il calcio?
«Secondo me il pallone, è il boccone per il calciatore, che lo deve difendere come una tigre. E quel pallone lo si deve difendere con occhi di fuoco, come sono quelli della tigre».
Normalmente la tigre non è... aggressiva e cattiva?
«No, assolutamente, quando non ha il boccone tra i denti è un simpatico gattone, che non farebbe male ad alcuno».
Lei Togni è sportivo, fa il tifo per qualche squadra, forse il Cesena, da buon romagnolo?
«Faccio tifo solo per lItalia e quando vinse i mondiali tutti avevano sì gli occhi di tigre, possiamo ben dirlo. Difendevamo quel pallone come le nostre tigri».
Insomma, abbiamo chiarito. Il pallone come il «boccone» per il tigrotto.
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