Nino Materi
nostro inviato a Salsomaggiore
Cinquantanni fa laggettivo «siliconata» non esisteva e il significato della parola «anoressica» lo conoscevano, forse, solo i medici.
Oggi un galantuomo vecchio stampo come Enzo Mirigliani, il «monumento» che - nel bene e nel male - ha fatto del concorso di Miss Italia un fenomeno di costume testimone di mezzo secolo della nostra storia, si trova a fare i conti con unipotesi che non lo entusiasma affatto: leventualità che la nuova bellissima 2006 possa essere «ritoccata» in quei punti strategici che fanno la differenza tra uno schianto di ragazza e una ordinaria bella figliola; oppure che lerede al trono di Chiara Masciotta (Miss Italia in carica) sia uno «stecchino» sul tipo delle modelle tutte ossa che il governo spagnolo ha pensato bene di mettere al bando dalle ultime sfilate di moda a Madrid, in quanto portatrici di un modello alimentare diseducativo per le adolescenti iberiche. E a qualcosa del genere deve aver pensato anche il patron Mirigliani se è vero che, a poche ore dalla finalissima di stasera, in una conversazione con i suoi collaboratori più stretti, ha espresso il fermo proposito che «Miss Italia 2006 debba avere un corpo naturale al cento per cento e un fisico che rifletta la più salutare voglia di vivere». Insomma, lesatto contrario del modello «rifatta» o «scheletrica».
A fare scoppiare il caso sono state le parole del sessuologo Marco Rossi, membro della giuria tecnica di Salsomaggiore: «Il ritocco ormai è cosa diffusa anche tra le miss. Ho notato seni sospetti almeno in due concorrenti». «Anche quattro», rincara la dose il regista Fausto Brizzi, anche lui membro della commissione. Apriti cielo. Subito si è scatenata la caccia alle legittime titolari delle «curve taroccate». E a nulla è valso lintervento da pompiere del direttore di Novella 2000, Luciano Regolo: «Lintervento estetico è ormai un fenomeno del nostro tempo e il concorso riflette il nostro tempo». Ormai lincendio era in atto e a rendersene conto è stata subito anche Patrizia Mirigliani: «Non cè nessun regolamento che vieta una Miss Italia rifatta. Certo, i giurati dovrebbero accorgersene prima, ma se non se ne accorgono, lei è stata eletta e la corona le rimane». Eccola la frase chiave: «Certo, i giurati dovrebbero accorgersene prima... ». Come dire, se vi accorgete che una miss è siliconata non votatela. Un concetto che ieri papà Enzo ha pensato bene di rimarcare. Peccato però che le scelte della giuria tecnica vadano in direzione completamente opposta. Laltro ieri il riconoscimento di «Miss in gambissima», ad esempio, è andato alla bergamasca Manuela Alari, numero 50: cifra equivalente, più o meno, al suo peso complessivo. Il tutto sorretto da gambe così sottili che più sottili non si può. Inoltre una delle sospette «ritoccate», la trentina Claudia Andreatti, col pettorale numero 4 (nel senso di numero di gara, ma anche di misura di seno, ndr) si è aggiudicata ben due fasce, diventando in un sol colpo «Miss Novella 2000» e «Miss Dermogella». Claudia è felice e fa spallucce alle «voci maligne» sul suo conto: «Io siliconata? Tutta invidia. Sono come mamma mi ha fatta... ».
Ma le colleghe insistono: «La mamma lha fatta, però di certo un chirurgo plastico lha rifatta». A tentare di mettere la parola fine su questo argomento è una giurata titolata in tutti i sensi per esprimersi in merito: Anna Falchi.
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