Cè del marcio in Danimarca o meglio: c'è del «marcio» in Campania... Perché la questione rifiuti, in un momento in cui le nuove elezioni nazionali incombono, è sempre più irrisolta. Altro che commissario straordinario e appelli strappalacrime al senso di solidarietà. Perché ricevere per l'ennesima volta i rifiuti campani, accollandosi le nefandezze altrui, non significa risolvere il problema in modo definitivo. In questo modo alimentiamo una spirale dalla quale il popolo campano non riuscirà più a uscire. Inoltre badiamo bene a non confondere «solidarietà» con «assistenzialismo», termine quest'ultimo molto in voga presso la classe politica italiana. E intanto, nel marasma della questione rifiuti, Bassolino è rimasto lì dov'era, anzi, qualcuno sta pensando anche di premiarlo. In fondo un seggio a Roma o a Bruxelles, non lo si nega a nessuno. Un premio alla carriera, potremmo dire. Per il momento la giunta campana si appresta a cambiare volto. Tutto questo mentre fuori dagli uffici istituzionali lo scenario rimane desolante, con l'immondizia che invade le strade, le forze dell'ordine che presidiano i punti più caldi, le discariche che rimangono chiuse e le conseguenze a livello sanitario che aumentano. Non si può restare per quasi 15 anni vittime di un problema che è sempre esistito. In Lombardia, per esempio, invece di chiedere aiuto a mamma-Stato, che spalma su tutta Italia i problemi di pochi, punendo così chi sa organizzarsi in modo eccellente, pensiamo ad aprire inceneritori, a incentivare la raccolta differenziata, a riciclare tutto il possibile. Perché resta ancora da capire dove siano mai finiti i fondi stanziati fino ad oggi per risolvere il problema campano. Perché il sistema invece di funzionare si è bloccato. E le continue nomine di commissari straordinari, senza che mai nessuno chiedesse conto del loro operato, ha contribuito ad aggravare una situazione già incancrenita. Costose gestioni che non hanno risolto il problema. Lesistenza di discariche abusive non ha facilitato le cose, facendo trasparire la mancanza di una cultura della legalità.
Ma, in fondo, non spetta a noi lombardi insegnare come si fa la raccolta differenziata o quanto sia importante avere impianti a norma che consentano in una prospettiva futura di smaltire l'immondizia prodotta. Chi è causa del suo mal pianga se stesso*Assessore regionale al Territorio
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