Dieci pagine per denunciare l«ambiguità» della Provincia di Milano «nella scelta degli impianti di termovalorizzazione». Ma pure gli errori tecnici nella «stima di crescita dei rifiuti», nell«indeterminatezza del destino dei flussi di rifiuti» e nell«analisi economico-finanziarie». È la verifica firmata dal Pirellone della congruità - ai requisiti previsti dal programma regionale di gestione dei rifiuti - del piano provinciale dei rifiuti presentato dallamministrazione guidata da Filippo Penati.
Osservazioni prescrittive che il consiglio provinciale affronta giovedì prossimo con la linea politica del presidente Penati: «Bisogna aumentare la capacità di termovalorizzare» ovvero «attenersi al programma elettorale che si pone come obiettivo lautosufficienza del ciclo dei rifiuti» e, quindi, «se cè bisogno di un nuovo impianto lo decideremo tutti assieme dove farlo». Virgolettati di chi, «raccolta differenziata» e «comportamenti virtuosi» a parte, ammette - dopo averlo smentito appena due settimane fa - la necessità di un impianto che è conditio per essere autosufficienti nello smaltimento dei rifiuti. Impianto che, per la cronaca, potrebbe sorgere a Opera oppure nellarea di Nosedo.
Ma la sinistra di Palazzo Isimbardi non ci sta ed è già pronta a dare battaglia: «Penati ci sorprende con lannuncio della necessità di costruire un nuovo impianto» dicono in una nota Rifondazione, Verdi, Sinistra democratica e Comunisti italiani. Il «sì» del presidente Penati «non mantiene fede a una linea politica precisa, condivisa dallintera coalizione e già resa pubblica». Risultato? «Non è questa del nuovo inceneritore la soluzione contenuta nel piano provinciale dei rifiuti».
Facile prevedere quale sarà lo svolgimento del consiglio provinciale sul tema: il piano provinciale dei rifiuti «con laccoglimento delle osservazioni prescrittive della Regione sarà votato dal centrodestra, come già accaduto su questioni calde e delicate» preannuncia Bruno Dapei, capogruppo provinciale di Forza Italia. «Sì» garantito come quello di An - «applausi al presidente Penati che, saggiamente, evita così tra qualche anno di essere apostrofato come Antonio Bassolino» chiosa Giovanni De Nicola -, della Lega e dellUdc. Voto favorevole anche dello Sdi: «I veti ideologici alla Pecoraro Scanio sono dannosi e rischiano di trascinarci in una condizione napoletana» afferma Roberto Caputo.
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