Economia

Rifondazione: non un euro alle imprese

Per Damiano e Angeletti le risorse possono crescere Cgil: «elettorale» il taglio Ici

da Roma

«Montezemolo, giù le mani dal tesoretto». All’estrema sinistra di lotta e di governo non sono piaciute le parole del presidente della Confindustria, che da Genova ha invitato Romano Prodi a «non disperdere» l’extra-gettito fiscale, ma a ridurre l’imposizione a carico delle imprese. «Facile parlare a pancia piena», attacca il segretario di Rifondazione Franco Giordano: il tesoretto, aggiunge, va redistribuito perché «è incominciata la stagione del risarcimento sociale». «È tempo di spendere», fa eco il segretario del Pdci Oliviero Diliberto. «Stavolta la priorità non è rappresentata dall’impresa, come sostiene Montezemolo», aggiunge il sottosegretario all’Economia Paolo Cento. Di avviso opposto Daniele Capezzone (Rosa nel pugno): «Se l’Unione segue la linea fiscale di Rifondazione starà all’opposizione per 15 anni».
Intorno ai 2 miliardi e mezzo che, secondo i calcoli di Tommaso Padoa-Schioppa, costituiscono la quota di extra-gettito che può essere restituita entro l’anno, la disputa si fa sempre più accesa. Un duro attacco viene dal segretario della Cgil Guglielmo Epifani, che accusa il governo e la sua maggioranza di voler utilizzare il tesoretto a fini elettorali. «La riduzione dell’Ici e il rinvio della tassazione sulle rendite finanziarie si fanno perché ci sono le elezioni amministrative alle porte», rimarca Epifani, incolpando il governo di non voler affrontare il tema del reddito di lavoratori e pensionati. «La riduzione dell’Ici è stata già decisa dalla maggioranza», ricorda il capogruppo Udeur alla Camera, Mauro Fabris. Ma secondo il segretario della Cgil, per finanziare tutte le priorità - sviluppo, welfare, pensioni e riforma del lavoro - sarebbero necessari 10 miliardi di euro.
Fra i 2 miliardi e mezzo messi a disposizione da Padoa-Schioppa e le richieste sindacali c’è di mezzo un mare da 7-8 miliardi di euro. Tuttavia, la dotazione iniziale potrebbe diventare un po’ più cospicua. Dice il ministro del Lavoro Cesare Damiano: «I soldi possono aumentare, a condizione che vi sia maggiore sviluppo e una razionalizzazione della spesa». Il segretario della Uil Luigi Angeletti accetta scommesse sulla vera entità del tesoretto: «Quando faremo i conti - prevede - le risorse saranno il doppio di quelle annunciate».
La disputa sul tesoretto non fa i conti con l’oste di Bruxelles. Il commissario agli Affari economici Joaquín Almunia, definendo «fra i più ambiziosi» il programma di aggiustamento di bilancio presentato dall’Italia, invita la maggioranza di centrosinistra ad andare avanti sulla linea rigorista di Padoa-Schioppa. La regola europea «good times, bad times» (quando l’economia va bene, lo sforzo di risanamento deve essere più forte; quando va male, si può fare di meno) impone al governo italiano di migliorare al massimo i conti pubblici.

Almunia inoltre invita il nostro Paese a incrementare i livelli di occupazione, aumentando in tal modo la crescita economica potenziale.

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