Alessia Marani
da Roma
A Bologna la battaglia di Cofferati per la legalità, a Roma la politica degli espropri col silenzio-assenso del sindaco Veltroni. Iscritto ieri nel registro degli indagati della Procura di Roma il presidente del X municipio capitolino, Sandro Medici, 54 anni, in quota al Prc, scrittore ed ex giornalista de Il manifesto. Lunedì mattina con un colpo di mano ha firmato unordinanza dassegnazione temporanea di 15 alloggi vuoti in uno stabile di proprietà privata, ma in disuso da tempo, in via Lucio Calpurnio Bibulo, a Cinecittà. «Di fronte alla pressione dei senzatetto - dice - non avrei potuto fare altro. Sfido qualunque amministratore a trovare altre soluzioni». E per Medici la soluzione si chiama nientaltro che «requisizioni». Vale a dire accaparrarsi locali sfitti in barba al principio costituzionale della garanzia della proprietà privata.
«Un pericoloso precedente - afferma il prefetto di Roma, Achille Serra, lo stesso che subito dopo il blitz dellaltro ieri ha informato dellaccaduto lautorità giudiziaria - guai se diventasse un esempio. È un reato e come tale va perseguito, latto di concessione comunale è assolutamente nullo».
Veltroni, troppo impegnato nei suoi ormai quotidiani tour taglia-nastri (ieri ha inaugurato una piazza a Tor Tre Teste e una libreria a Torre Maura) fa orecchie da mercante. Anzi Nunzio DErme, leader di Action e paladino delle okkupazioni nella capitale, si prende pure la briga di incalzarlo: «Il sindaco - invoca il capo dei disobbedienti, consigliere in Campidoglio per il gruppo misto, che a Roma è solito ottenere ciò che chiede - requisisca gli stabili sfitti nella nostra città senza se e senza ma». A premere il pedale sul freno ci pensa almeno lassessore capitolino alle Politiche della casa, Claudio Minelli: «Il sistema delle requisizioni è già stato bocciato dal Tar a marzo in precedenti tentativi di altri Municipi - ha detto -. Non credo possa costituire una vera politica alloggiativa».
Intanto, nel parlamentino di piazza Cinecittà, la stessa maggioranza di centrosinistra si è ribellata ieri, bocciandolo, al provvedimento firmato da Medici. «Con due soli voti favorevoli, il suo e quello dellaltro consigliere comunista, un astenuto e dieci contrari - sottolineano i consiglieri di Alleanza Nazionale in Comune, Marco Marsilio, e in X municipio, Davide Di Giacomo - il presidente è stato clamorosamente sconfitto su tutta la linea. Quella delle requisizioni è una pratica illegale e come tale va respinta su ogni fronte».
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