Riforme, Fini e Casini: "No all'asse Veltroni-Pdl"

Fini e Casini: "Sembra si vogliano favorire Pd e Pdl". Il leader di An: "Silviovuole dialogare? Lo dimostri sulle riforme". Parisi attacca Veltroni: rovesciata la linea. Unione, rivolta dei "cespugli"

Riforme, Fini e Casini: 
"No all'asse Veltroni-Pdl"

Roma - Resta "caldissimo" il confronto sulla riforma della legge elettorale, e mentre Berlusconi e Veltroni continuano a dialogare costruttivamente, Fini e Casini continuano a mettersi di taverso. Per An il giudizio sulla proposta di legge elettorale presentata da Enzo Bianco "è negativo perché non c’è l’obbligo del vincolo di coalizione che è l’unico in grado di evitare che venga archiviata la stagione del bipolarismo che l’italia ha conosciuto in questi ultimi 13 anni". Gianfranco Fini insiste sulla sua "linea del Piave" in tema di riforme nel corso di un dibattito sulle riforme con il segretario del Pd Walter Veltroni in corso al Palazzo Wedenkind. Per l’ex vicepremier "c’è il sospetto che questa proposta non sia nell’interesse generale ma sia tesa a privilegiare i partiti maggiori delle coalizioni. Rovesciamo le priorità: discutiamo prima delle riforme istituzionali e capiamo quale è l’impianto, poi della legge elettorale". Io continuo a combattere una battaglia contro il trasformismo", ribadisce Fini che spiega la propria contrarietà al modello tedesco: "Subito dopo le elezioni da noi non accadrebbe quello che accade in Germania. In Italia in Parlamento si aprirebbe il mercato per avere una maggioranza: noi da questo punto non intendiamo retrocedere".

Veltroni replica: "No ai veti" "Non andrò mai ad una discussione dicendo 'O è così o niente'", ha replicato il segretario del Pd, Walter Veltroni al leader di An, che aveva negato di aver posto dei veti sulla legge elettorale, ma ha ribadito il proprio no alla bozza Bianco: "Non si tratta di essere sfasciacarrozze o di mettere veti, ma di mantenere una coerenza. Non puoi dire che noi poniamo un veto: se non condivido l’impianto, non si può dire che devo essere obbligato a dire sì. Se in Parlamento poi, viene fuori una legge così, noi ne prenderemo atto, mica possiamo porre veti...".

Botta, risposta e un sogno comune È un sogno in comune: il sistema elettorale francese, con l’elezione diretta del premier. Ma, appunto, un sogno. Anche se per Gianfranco Fini basta volerlo, mentre per Walter Veltroni non è proprio il momento, "ci taglierebbero la testa... parliamone nella prossima legislatura". Su tutto il resto, il segretario del Pd e il leader di An la vedono in maniera diametralmente opposta, fino ad arrivare ad accusarsi a vicenda, l’uno di voler strappare solo applausi, l’altro di puntare in realtà a fare un accordo a due con Berlusconi. Il botta e risposta continuo, anche aspro, va di scena davanti agli occhi stupiti di Bruno Vespa, moderatore del dibattito sulla legge elettorale, che in realtà non riesce a moderare quasi nulla, perché i due ospiti fanno tutto da soli. Tanto che, ad un certo punto, Veltroni scherza e rivolgendosi a Vespa, dice: "Ora le cediamo la parola...".
Sulla discussione sulla nuova legge elettorale incombe inevitabile il referendum: Fini non lo teme, anzi l’ha appoggiato. Veltroni, invece, anche se non lo vede come "una sciagura", certo non lo ritiene la soluzione adatta a risolvere il problema del Paese. E allora, andrà da solo in caso vada a buon fine la consultazione popolare? chiede Vespa. "Per il Pd la sfida è coltivare la sua vocazione maggioritaria - risponde Veltroni - ma penso che per sbloccare» lo stallo in cui l’Italia si trova, l’unica soluzione è una legge elettorale che "garantisca la coesione di chi governa e questo si può avere solo con un sistema elettorale e istituzionale diversi". Poi, nonostante il segretario del Pd sostenga che con Fini "in verità i punti di convergenza sono molti di più di quanto appare", è tutto un "Caro Gianfranco...", "Ma non è così, caro Walter...".

Casini: "Fi e Pd vogliono vincere a tavolino" "Non posso fare a meno di constatare che l’accordo tra Berlusconi e Veltroni è solo in funzione dei due partiti maggiori. Strano che chi parla di competizione voglia falsare la competizione politica e vincere a tavolino: 'competition is competition' e le regole del gioco non possono essere falsate".

Anche il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini, che ha aggiunto che la bozza Bianco di riforma della legge elettorale "si deve modificare", bnon perde accasione per tornare a tuonare contro i due leader dei grandi partiti.

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