Riforme, Prodi attacca Berlusconi

Apertura del Prof: "Serve un'intesa bipartisan. Berlusconi si prenderà le sue responsabilità". Poi il premier chiede di accelerare sulle riforme istituzionali: "Non serve un esecutivo tecnico, c'è il parlamento. E la nuova legge garantisca governabilità"

Riforme, Prodi attacca Berlusconi

Roma - Serve una riforma che garantisce "maggioranze chiare" e punti ad assicurare "stabilità e durata" del governo. Romano Prodi parla in una conferenza stampa a Palazzo Chigi per presentare alcune iniziative in occasione del 60esimo anniversario della Costituzione italiana. Il premier lancia un appello a tutte le forze politiche per trovare un’intesa bipartisan in Parlamento sulla riforma elettorale e chiede di accelerare sul tema. Il Professore si augura che la legge elettorale "venga approvata insieme alle riforme costituzionali già avviate". Centrale l'intesa bipartisan: "Non sarà possibile avere una legge elettorale approvata con una piccola maggioranza contro una larga minoranza". La riforma della legge elettorale deve assicurare maggioranze chiare e governabilità, dovrà ridurre la frammentazione e nello stesso tempo garantire la rappresentatività, "così da consentire agli elettori di scegliere una maggioranza, il premier e il programma". Poi un apprezzamento all'esecutivo precedente: "Pur avendo opinioni politiche nettamente divergenti - aggiunge - ho ritenuto positivo che il governo Berlusconi sia durato cinque anni".

Berlusconi Un governo tecnico per fare le riforme? "No, tocca alle Camere" risponde Prodi. Il Professore non ha dubbi: andrà avanti per la sua strada, quindi, non serve un governo tecnico o istituzionale per fare le riforme costituzionali, a cominciare da quella elettorale, ma spetta "al Parlamento trovare la più ampia convergenza possibile per realizzarle. Il governo - sottolinea il premier - è estraneo alla definizione della riforma istituzionale che è un lavoro del Parlamento.

Noi siamo solo attenti alla necessità di adattare la Costituzione al cambiamento dei tempi". Poi sul no di Berlusconi al dialogo commenta così: "Ciascuno si prende la responsabilità delle posizioni che prende. Se Berlusconi è contrario, è contrario. Punto".

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