Landazzo è preoccupante. Oggi il direttore de Il Riformista Emanuele Macaluso dovrebbe annunciare ai soci la messa in liquidità della testata arancione. E pensare che si era a un tiro di schioppo dal festeggiare i primi 10 anni. I debiti ammonterebbero a poco meno di 800 mila euro; rischiano il posto 15 giornalisti (tra assunti e precari) e una decina di poligrafici. Anche lultima possibilità di sopravvivere via internet sembra ormai svanita. «Colpa - secondo Macaluso - dei falsi giornali che percepiscono aiuti destinati ad altri, e perché non abbiamo sponde politiche a supporto».
Tutte balle per i giornalisti, che chiedono tempo e il rinvio dellassemblea dei soci che dovrebbe sancire il rompete le righe. «Ma quali fondi - ci dice il Cdr Alessandro De Angelis - siamo letteralmente sconcertati dal comportamento antisindacale di Macaluso, un ex Cigl che si comporta peggio di Marchionne. Ci dica piuttosto la verità su questo default, sulla fallimentare gestione del carico pubblicitario e sui debiti accumulati dalla precedente proprietà. La verità è che le stia tentando tutte per vendere questo giornale».
«Dieci anni fa, quando nacque per reagire allisolamento e alluccisione di un riformista come Marco Biagi, quellaggettivo era tabù a sinistra e sconosciuto a destra. In dieci anni, spesso da solo - sottolinea lex direttore Antonio Polito - il Riformista ha condotto molte battaglie modernizzatrici e molte le ha vinte. Si e fatto perciò molti nemici che in questi anni hanno gufato augurandosene la chiusura. Spero che non gliela si dia vinta».
La notizia, anticipata ieri da Italia Oggi, ha scatenato un fiume di attestati di solidarietà bipartisan dal mondo politico. Secondo il coordinatore nazionale del Pdl Ignazio La Russa «la pluralità dellinformazione è segno di civiltà di un paese. Quando chiude un giornale di destra o di sinistra che sia, non è mai una bella notizia, spero proprio che si trovi una soluzione».
Aperto nellautunno 2002 su iniziativa dellallora consigliere politico di Massimo DAlema Claudio Velardi, Il Riformista è diretto da Macaluso dal primo maggio 2011 dopo una lunga gestione affidata a Polito. Dopo liniziale formato di sole quattro pagine, il giornale è successivamente passato a una foliazione più ricca. Ora il rischio del baratro.
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