Dal rigattiere di parole: Ganghero

Uscire dai gangheri, come suggerisce il Pianigiani, crea una “graziosa similitudine tra il cervello e i cardini di una porta”

 Dal rigattiere di parole: Ganghero

Uscire dai gangheri, come suggerisce il Pianigiani, crea una “graziosa similitudine tra il cervello e i cardini di una porta”: significa irarsi, perdere la pazienza, esattamente come il suo simmetrico Rientrare nei gangheri significa riacquistare la calma. E' ormai l'unico uso che facciamo di questa parola derivante dal greco kanchalos, che indicava la cerniera, l'anello della porta.

Per dirla con lo Zingarelli, “arpione di ferro che aggancia e rende girevole imposta di uscio, di finestra, sportello d'armadio, coperchio di cassa”. Un ganghero, metaforicamente, è anche una Giravolta, un Voltafaccia: pensare al movimento del perno nella sua sede rende perfettamente l'idea. Ganghero – anche gangherino, gangheretto – è un gancetto “per affibiare le vesti o parti di esse”.

Ecco la prima descrizione del Tommaseo, che precede anche il significato di cardine: “Due

pezzetti di ferro o d'altro metallo, ciascuno piegato in mezzo a guisa di un anello, che inanellandosi insieme servono per congiungere i coperchi delle casse e degli armarii”. Oggi si chiamano anche Coppiglie o Copiglie.

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