Rignano, inizia il processo: alla sbarra le maestre

Poche ore al processo che dovrà chiarire cosa accadde, tra il 2005 e il 2006 all’asilo Olga Rovere di Rignano Flaminio. Inizierà domani, presso il Tribunale di Tivoli, il processo per i 5 imputati: 3 maestre, il marito di una di loro e una bidella, coinvolti nei presunti abusi su almeno 21 bambini dell’asilo. I cinque sono accusati di maltrattamento, violenza sessuale e stupro di gruppo: i reati sarebbero avvenuti nella scuola tra il 2005 e il 2006. L’accusa si basa sul racconto fatto da alcuni bambini ai genitori: i piccoli sarebbero stati prima narcotizzati e poi avrebbero subito violenza sessuale in una villa poco distante dalla scuola, il tutto alla presenza di un uomo che avrebbe filmato tutto. Il 24 aprile 2007 vengono disposti gli arresti delle maestre Marisa Pucci, Silvana Magalotti e Patrizia Del Meglio, una bidella, Cristina Lunerti e l’autore tv, Gianfranco Scancarello. In carcere finisce anche il cingalese, Kelum Weramuni De Silva, la cui posizione verrà poi archiviata così come quella della maestra Assunta Pisani. Il 10 maggio 2007, il Riesame li rimette in libertà smontando la tesi accusatoria, così come farà la Cassazione. La Procura di Tivoli ha però proseguito nell’inchiesta raccogliendo nuovi indizi grazie all’incidente probatorio. Nel corso dell’atto istruttorio, nelle scorse settimane, i bambini avrebbero, inoltre, riconosciuto un altro casolare, il quarto della serie, che potrebbe essere stato il teatro dei presunti episodi di pedofilia. Quattro bambini hanno riconosciuto l’«ambiente» dove sarebbero avvenute le violenze sessuali. Si tratta del luogo che veniva descritto dai bambini come «la cucina bianca e rossa» e «il castello della paura».

Gli altri luoghi, definiti in passato dai bambini «castello cattivo» durante gli interrogatori, su cui si era concentrata l’attenzione degli investigatori a partire dal 12 ottobre 2006 (data del blitz dei Ris a scuola) sono l’abitazione di una delle maestre a giudizio, un casolare a Rignano, la casa di una bosniaca e quello cui sta lavorando ora la polizia di Tivoli.

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