Rignano, l'accusa smontata dai Ris

Nessuna impronta digitale e nessun materiale genetico, tra i reperti sequestrati dalla procura di Tivoli, sarebbe riconducibile ai 19 bimbi della scuola "Olga Rovere" di Rignano Flaminio, che si riteneva fossero stati oggetto di abusi sessuali

Rignano, l'accusa 
smontata dai Ris

Tivoli - Nessuna impronta digitale e nessun materiale genetico, tra i reperti sequestrati dalla procura di Tivoli, sarebbe riconducibile ai 19 bambini della scuola "Olga Rovere" di Rignano Flaminio, sospettati di essere stati oggetto di abusi sessuali. È la conclusione degli esperti del Ris, nominati dal gip Elvira Tamburelli, che hanno consegnato oggi in cancelleria quattro volumi delle analisi di laboratorio svolte su oggetti sequestrati dal pm Marco Mansi. "Uno zero assoluto dal punto di vista dell’accusa", è il giudizio espresso dall’avvocato Roberto Borgogno, del collegio di difesa, commentando il lavoro degli esperti.

La perizia Nelle oltre mille pagine della perizia svolta dai carabinieri del Ris di Messina, secondo quanto riferito dall’avvocato Roberto Borgogno, uno dei difensori degli indagati Gianfranco Scancarello, autore tv, e della moglie Patrizia Del Meglio, maestra della scuola Olga Rovere di Rignano Flaminio, si afferma che non vi sono elementi che fanno risalire ai bambini ritenuti sessualmente abusati le tracce biologiche ricavate dai peluches sequestrati nella abitazione della Del Meglio e nell’auto di Marisa Pucci, altra maestra finita sotto inchiesta. "È uno zero assoluto - ha detto Borgogno - dal punto di vista dell’accusa".

Prelievi L’accertamento era stato disposto in sede di incidente probatorio per verificare se le tracce biologiche riscontrate sui peluches e nell’auto della maestra Pucci erano riconducibili ai 19 bimbi vittime dei presunti abusi sessuali. I carabinieri prelevarono la saliva dei bimbi (da cui hanno ricavato i codici genetici) il 13 novembre scorso. Fu prelevato anche il dna dei sette indagati sempre su disposizione del gip del Tribunale di Tivoli, Elvira Tamburelli. Tutti e sette gli indagati dal pm di Tivoli Marco Mansi, le maestre, la bidella e l’autore tv Gianfranco Scancarello, nonché il benzinaio cingalese Kelum Weramuni Da Silva, si sottoposero al tampone - per il prelievo della saliva - nella caserma dei carabinieri di Bracciano, in provincia di Roma.

Comparazione Una volta isolati i dna di indagati e presunte vittime, i codici genetici sono stati comparati dagli esperti con quelli che gli stessi carabinieri avevano trovato durante le loro indagini su capelli, peli e altro materiale biologico repertato nelle abitazioni, sui peluche, e nelle auto di alcuni dei sette indagati, con esito negativo per l’accusa. La discussione sull’esito delle analisi è comunque prevista il 18 dicembre.

Su 130 pelouche nessuna traccia dei bimbi Una collezione di orsacchiotti, bambole di pezza, passata in rassegna, messa sotto la lente del microscopio e nessuna traccia utile per l’inchiesta.

Su 61 pelouche è stato riscontrato il solo dna della figlia di 11 anni di due indagati, Gianfranco Scancarello e Patrizia Del Meglio. L’autore tv ha sempre spiegato che l’alto numero di pupazzi si giustifica con il fatto che ad ogni viaggio compiuto, ed anche in molte altre occasioni, ne aveva fatto dono alla figlia. 

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