Roma - Il Pm alza le mani, si arrende all’evidenza: anche l’ultimo degli arrestati di Rignano Flaminio torna in libertà. Lascia il carcere la bidella, Cristina Lunerti, senza nemmeno aspettare l’udienza fissata al Riesame di Roma martedì prossimo. A spalancarle i cancelli di Rebibbia, un’ordinanza del gip di Tivoli, Elvira Tavernelli. E a chiederne la scarcerazione è Marco Mansi. Sono gli stessi magistrati che lo scorso 23 aprile ne avevano chiesto, l’uno, e concesso, l’altro, gli arresti. Una decisione inevitabile, alla luce della presa di posizione del Riesame che ha demolito l’ordinanza per gli altri cinque indagati, rimandando a casa le maestre Marisa Pucci, Silvana Magalotti e Patrizia Del Meglio, il marito di quest’ultima Gianfranco Scancarello e il benzinaio cingalese Kelum De Silva, trasferito nel cpt romano di Ponte Galeria perché privo di permesso di soggiorno. La decisione ha, comunque, il sapore della resa per il Pm, che si risparmia una bocciatura in fotocopia di fronte al Riesame e rende inutile il ricorso della Lunerti.
La donna, lasciato il braccio femminile di Rebibbia, è tornata nella sua abitazione di Morlupo, non lontano da Rignano, accompagnata in scooter da un’amica. «Sono felicissima di essere tornata a casa - ha commentato -, questi sono stati giorni pesanti. È una storia che non sta né in cielo né in terra, non abbiamo fatto niente e siamo innocenti. A tempo debito sapremo come sono andate le cose». Ha aggiunto che, per ora, non tornerà al lavoro: aveva comunque cambiato scuola, e già dall’inizio dell’anno scolastico non era più in servizio all’asilo «Olga Rovere».
Intanto il terremoto che ha squassato le fragili certezze della procura ha comprensibilmente messo in allarme i genitori dei bambini che avrebbero subito le molestie. E così un legale, Ettore Randazzo, che rappresenta due delle famiglie dei piccoli, ieri ha depositato al Gip una richiesta di incidente probatorio sulle testimonianze dei bimbi. «Mi rendo conto che c’è il rischio di riaprire ferite - ha spiegato il legale - ma questo mi sembra l’unico modo di scoprire se vi siano state ben altre ferite, naturalmente con tutte le cautele del caso». Una decisione auspicata, peraltro, già dai difensori degli indagati in sede di Riesame, anche se ritenuta forse tardiva. Sull’annullamento dell’ordinanza di custodia cautelare, ieri, ha parlato il procuratore capo di Tivoli, Claudio D’Angelo: «L’inchiesta - ha commentato - non si ferma. Prendiamo atto delle decisione del Riesame, ma aspettiamo di leggere le motivazioni e ci riserviamo di impugnare il provvedimento in Cassazione.
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