Rigore o crescita? La terza via del G8: chiacchiere

Nessuno si aspetta il classico coniglio estratto dal cilindro. Anche perché l’eurozona di tutto può aver bisogno ora tranne che di illusionisti. Né sarebbe lecito pretendere dal vertice del G8, che ha preso ieri le mosse a Camp David, la messa a punto di un new deal per l’Europa. C’è però un dilemma, finora irrisolto, che sarà sicuramente al centro delle discussioni: come riuscire a coniugare rigore e crescita.
L’austerity più che draconiana imposta alla Grecia (colpita ieri dal declassamento di cinque banche deciso da Fitc) si è alla fine rivelata un boomerang: adesso c’è un Paese stremato dalla recessione che, attraverso il verdetto delle urne, ha detto di non voler più accettare tagli e sacrifici ritenuti insopportabili e pretende di riscrivere gli accordi sottoscritti in cambio degli aiuti finanziari. Anche a costo di uscire dall’euro. Una prospettiva che continua a terrorizzare i mercati, ieri ancora in calo (-0,3% Milano, scesa però del 7% in appena cinque sedute) e che ha finito per provocare un cortocircuito a Bruxelles a causa delle improvvide dichiarazioni del commissario belga Karel De Gucht su un presunto piano di emergenza approntato da Commissione europea e Bce per far fronte alla Grexit.
Atene è il vero convitato di pietra del summit, perfino più del leader russo, Vladimir Putin, che ha deciso di disertare l’appuntamento col proposito di tirare uno schiaffo diplomatico a Washington, colpevole di aver criticato il processo elettorale che ne ha decretato il ritorno al Cremlino. Barack Obama, per la verità, sembra aver altro a cui pensare. Prima dell’inizio del vertice, il presidente Usa ha avuto un colloquio di circa un’ora alla Casa Bianca con François Hollande, all’esordio internazionale tra i «grandi» dopo il recente insediamento all’Eliseo. Hollande ha confermato a Obama la sua volontà di ritirare l’esercito dall’Afghanistan entro la fine del 2012, ma l’argomento clou dell’incontro, oltre alla volontà condivisa di tenere la Grecia nell’euro, è stato la necessità di far della crescita economica una priorità nonostante i governi siano alle prese con misure di risanamento tali da ridurre i margini di manovra. Il presidente francese ha inoltre anticipato che a margine del vertice si terrà un incontro tra i leader europei.
Insomma, più stimoli economici e meno austerity. Una ricetta che piace senz’altro ad Atene, ma che potrebbe provocare l’irrigidimento della Germania. La Cancelliera Angela Merkel rischia di trovarsi in una posizione di isolamento durante il summit, ora che l’asse con Parigi appare meno solido dopo la sconfitta elettorale di Nicolas Sarkozy.
I tedeschi non possono però sottovalutare la posizione pro-crescita assunta da Obama, che vede in un’Europa in crisi un ostacolo alla ripresa Usa e dunque alla sua rielezione.


Dovendo trovare un punto di saldatura tra idee forse inconciliabili, il vertice si annuncia tutto in salita. I mercati ne seguiranno lo svolgimento col fiato sospeso. In caso di insuccesso, la reazione alla riapertura lunedì prossimo appare scontata: fuga degli investitori, e indici ancora in profonda sofferenza.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica