La sua Napoli non è un paese per vecchi. Aurelio De Laurentiis guarda lontano, lo sguardo va verso la costa. Lui è a Ischia e da lì il golfo diventa particolarmente bello. Nostalgico. La rinascita parte dalla coscienza della bellezza, «dalla componente ludica dellarte». De Laurentiis ricorda i discorsi con il padre, «già 40 anni fa parlavamo dellimportanza di non farci scippare il made in Italy e limmagine che abbiamo dato allestero con questa emergenza non è certo delle migliori». Napoli derubata e violentata, snaturata. Ma la ricetta per ripartire cè, e il parallelismo con la sua squadra diventa quasi naturale. «Per ripartire ci vuole entusiasmo. Rinascere da zero è una sfida da giovani, non da vecchi». Lemergenza rifiuti è stata risolta, lo Stato è tornato ad essere presente. Il produttore sorride compiaciuto: «Finalmente la riconosco: amore e ardore per vincere».
Come ha vissuto De Laurentiis la fine dellemergenza?
«Con la fierezza della napoletanità che mi porto nelle vene. Ho sempre amato questo concetto, in senso filosofico, per lo stile di vita che sanno adottare i napoletani. Fino ad ora Napoli lho vista piegata su un fianco. Uno strazio. Aveva toccato il fondo».
Quali sono le cause?
«La mancanza di investimenti. Una risposta triste, ma lunica vera. Ma con questo non bisogna pensare solo a Napoli, ma iniziare a pensare ad un Sud detassato. La piaga italiana è la burocrazia, lamministrazione pubblica che rallenta tutto allinverosimile».
Cosa le ha fatto più rabbia?
«Il disonore per gli eterni impuniti. Vedere che i responsabili anche questa volta non hanno pagato per le loro colpe è stato il tradimento maggiore».
Era così difficile gestire la crisi dei rifiuti? Dove hanno sbagliato i politici campani?
«Tutto ha assunto un contorno ridicolo. La situazione e soprattutto la gestione. Si è proceduto con una inadeguatezza morale e professionale al limite del grottesco».
In 58 giorni Napoli è tornata ad essere Occidente.
«Queste sono le sfide più belle. Ripartire da zero, con lentusiasmo. Quelle che si combattono con coraggio e determinazione, senza farsi spaventare, rimboccandosi le maniche. Io le conosco bene».
In che senso?
«Io ho fatto lo stesso con il Napoli. Ho preso la squadra che era in tribunale. Lho riportata in Europa ridando fiducia alla napoletanità, la parola che amo di più».
LItalia che riparte quindi da Napoli?
«Esattamente. La scelta di Berlusconi di ripartire proprio da Napoli è stata la più coraggiosa e la più lungimirante che poteva fare. Ha capito che per far ripartire il Paese prima doveva risolvere la questione Napoli. Ora serve lultima cosa».
Prego...
«Il governo dovrebbe andare a Bruxelles e chiedere allUnione Europea di derogare ogni limitazione sulla situazione rifiuti. LUe non può essere per noi un ostacolo. Questo sarebbe davvero il colpo del governo. Un atto dovuto a tutti i napoletani e agli italiani».
Napoli ha un futuro politico?
«Lamministrazione fino ad oggi ha fallito ed è evidente.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.