È rimasta Collecchio la Pyongyang d’Italia ultima roccaforte rossa

Caro Granzotto, sono passati dieci anni esatti da quando le scrissi per segnalare l'esito delle elezioni amministrative a Collecchio, provincia di Parma. La tornata elettorale del 1999 aveva confermato l’amministrazione di centrosinistra con percentuali bulgare. Dieci anni dopo nulla è cambiato. Collecchio è ancora saldamente in mano alla sinistra (le elezioni del 6-7 giugno hanno attribuito oltre il 60 per cento dei consensi ai rossi). Questa volta però non le scrivo per chiederle un'analisi del voto, la situazione mi sembra abbastanza chiara: i collecchiesi non hanno nessun interesse a cambiare bandiera. E del resto come dare loro torto? Se dovessero vincere i «fascisti» rischierebbero di perdere molti (se non tutti i) diritti acquisiti in oltre cinquant’anni. Lo sappiamo bene che i sindaci del centrodestra amministrano con polso fermo e senza guardare in faccia chicchessia. Le scrivo, invece, per fare un appello ai sinistri d’Italia che dopo l’ultima tornata elettorale non vorrei si sentissero (più) soli e un poco spaesati. A Collecchio, (ultima) roccaforte dei comunisti, potrebbero trovare nuovi amici.

Però si devono sbrigare perché quasi tutti i comuni limitrofi sono passati al nemico: Fornovo val di Taro ha cambiato bandiera dopo oltre 50 anni, Medesano e Noceto hanno riconfermato con oltre il 70 per cento dei consensi sindaci di centrodestra e a Parma la sinistra fa opposizione dal ’98. Caro Granzotto, io rimango qui in attesa e, a Dio piacendo, ci risentiamo fra dieci anni.

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