Rimborsi anche contro i tamarri Ecco la lista delle «fuffa-action»

Quelli del Codacons sono dei «maghi». Dategli un argomento (qualsiasi argomento) ed ecco che loro te lo trasformano - seduta stante - in una «class action»: definizione molto trendy, che però, a guardare buona parte dei temi prescelti, sarebbe meglio tradurre in «fuffa-action». Come dire che, nella maggior parte dei casi, le «richieste di risarcimento di massa per danni subiti» (questo, su per giù, il significato del termine class action) hanno il sapore di bolle di sapone. E il Codacons, in tema di bolle di sapone, non è veramente secondo a nessuno. Basta cliccare infatti sul sito del Comitato difesa consumatori, presieduto dall’ineffabile avvocato Carlo Rienzi, per imbattersi in una fantasmagorica vetrina di cause risarcitorie tanto colorata da ricordare le mitiche «crystal balls», le bolle (appunto) che i bambini di un tempo gonfiavano con la cannuccia. L’ultima - fresca di giornata - viene presentata come se si trattasse addirittura di un’offerta speciale da supermarket: «Class action gratuita per tutti!». Ma «tutti» chi? Tutti i «precari della scuola», ovviamente; sotto lo slogan, un «avviso» in rosso precisa che «è inutile contattare le sedi locali del Codacons per avere informazioni». Insomma, tutto va fatto via web con la sola forza del mouse che l’avvocato Rienzi padroneggia con la stessa sicurezza dei 4 Codici. Ma, precari a parte, non c’è aspetto dello scibile umano che il Codacons non riesca a mettere sotto l’ombrello di una citazione davanti a un giudice. Non a caso sul sito paladino dei diritti dei consumatori vessati c’è un’apposita voce, con tanto di prospetto riepilogativo: avete problemi col telefonino? Ecco pronta la «class action sulla tassa di concessione governativa telefonia mobile»; vivete nella Capitale e avete la spazzatura sotto casa? Niente paura, potete aderire alla «class action per chi vive nel degrado a Roma»; vi siete ammalati per colpa delle sigarette? Basta iscriversi alla «class action contro la British American Tobacco Italia» (del resto il Codacons si batte anche per proibire il fumo in auto); i vostri titoli in Borsa hanno subito un tracollo? Provate a risollevarli grazie alla «class action riservata alle vittime di crac finanziari»; siete un travet statale che si sente discriminato? A salvarli penserà la «class action per la mancata istituzione nel pubblico impiego dell’area contrattuale della vicedirigenza»; certe banche vi fanno la guerra? Preparatevi alla pugna con la «class action contro Unicredit e Intesa San Paolo».
Ma dal furore «risarcitorio» del Codacons non si salvano neppure cose apparentemente (ma solo apparentemente) innocue, come ad esempio una vignetta sul Corriere della Sera oppure il programma «Tammarreide» su Italia1; per non parlare del «rimborso» chiesto alla Rai per i «danni» (?) causati da «non aver visto in diretta il gol del pareggio della Nazionale durante Estonia-Italia». E, sempre in tema sportivo, l’avvocato Rienzi si è - diciamo così - «portato avanti» anche sul fronte del nuovo scandalo di Calciopoli.

L’inchiesta è ancora tutta in itinere, ma il presidente del Codacons chiede già che «tutte le partite di calcio i cui risultati possono essere stati falsati devono essere tassativamente rigiocate»; intanto «tutti coloro che hanno effettuato scommesse sulle partite truccate, o che hanno conservato biglietti e abbonamenti allo stadio relativi ai medesimi incontri, possono chiedere un risarcimento, in virtù dei danni economici subiti e della buona fede tradita». A tal fine l'ufficio legale del Codacons «sta studiando la possibilità di intentare una vera e propria class action». E ti pareva...

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