Rimpasto in giunta, vertice a Roma La Moratti: "A decidere sono io"

"Ascolto tutti, poi prendo le decisioni che per legge prende il sindaco". Letizia Moratti, alla vigilia dell’incontro di oggi a Roma con i coordinatori cittadini di Forza Italia, Alleanza Nazionale, Lega e Udc, anticipa con che spirito si presenterà al vertice. E la lega affila le armi: "Anche noi della partita"

Rimpasto in giunta, vertice a Roma 
La Moratti: "A decidere sono io"

«Ascolto tutti, poi prendo le decisioni che per legge prende il sindaco». Letizia Moratti, alla vigilia dell’incontro di oggi a Roma con i coordinatori cittadini di Forza Italia, Alleanza Nazionale, Lega e Udc, anticipa con che spirito si presenterà al vertice. Il messaggio in sintesi, è che al di là del toto-nomine e delle richieste legittime dei partiti, non intende far sedere al tavolo assessori non graditi dal principio. E la vicenda di Tiziana Maiolo, «convinta» a dimettersi per lasciar libere le deleghe alla Moda e Attività produttive, insegna. Maurizio Lupi, parlamentare del Pdl e vicecommissario cittadino di Fi, ieri ha ribadito che «Maiolo per noi ha fatto un ottimo lavoro» ma ha anche ammesso: «Si sa che poi il rapporto deve essere fiduciario, tra sindaco e assessore». Ma la sostituzione dell’ex assessore alla Moda, ribadisce, è «un’opportunità per un rimpasto più ampio, non solo di “uno a uno“. Un’occasione per rilanciare la giunta, anche in vista di Expo 2015». E difende il ruolo della maggioranza: «Col sindaco ci confrontiamo periodicamente su tutti i grandi temi della città, perché i partiti devono avere un peso». Posizione ribadita da Lupi ieri sera al sindaco in un incontro a Palazzo Marino a cui hanno partecipato anche il coordinatore regionale di Fi Guido Podestà e il commissario cittadino Maurizio Casero.
Se la partita resta interna a Forza Italia, le ipotesi più accreditate sono quelle di un ingresso in giunta di Maurizio Bernardo alle Attività produttive al posto della Maiolo, con il passaggio della delega alla Moda all’assessore ai Grandi eventi Giovanni Terzi. Che, però, potrebbe ottenere ad interim la Cultura, in capo alla Moratti da quando Vittorio Sgarbi è stato «licenziato». In questo caso, il sindaco potrebbe tenere per sè le decisioni che riguardano la Scala (come già avviene visto che è presidente della Fondazione) e Palazzo Reale, lasciando a Terzi il «pacchetto» musei, teatro e cinema. Opzione che, con Bernardo - dunque un outsider - al Commercio permetterebbe di far entrare in giunta anche un consigliere azzurro per metterlo allo Sport («ceduto» da Terzi): in pole il giovane Alan Rizzi, più difficile il capogruppo Giulio Gallera. Se «tramonta» l’ipotesi Terzi alla Cultura, Fi chiederà alla Moratti di non lasciare il Bilancio ad un consigliere, probabilmente Giacomo Beretta che è già presidente della Commissione.
Fi però ha fatto i conti senza la Lega.

Se per An, ha lasciato intendere il ministro Ignazio La Russa, non entra nella partita, il capogruppo del Carroccio Matteo Salvini (che ieri ha visto Podestà) anticipa: «Non basta sistemare una o due caselle. Se si vuole rilanciare la giunta e sono libere Cultura, Bilancio, Commercio e anche il direttore generale, al vertice chiederemo un rimpasto di ampio respiro». E la Lega pretenderà almeno una poltrona.

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