«Rimpasto poco chiaro»

Cinzia Dal Maso

Non si placano le polemiche sul rimpasto della giunta provinciale di Roma, definita dal presidente Gasbarra una «occasione di rifornimento di carburante per una macchina competitiva». Ma alcuni degli «epurati» non sono dello stesso parere. Certo non è rimasta contenta Antonietta Urbani, sostituita dal compagno di partito Luciano Romanzi della Rosa nel Pugno, a seguito di un «blitz» avvenuto durante una riunione del direttivo regionale dello Sdi del Lazio, in cui è stata sollecitata a lasciare il suo incarico in quota rosa a Palazzo Valentini a vantaggio di un uomo. Urbani ha espresso tutta la sua tristezza per la fine di un’esperienza che aveva iniziato con tanto entusiasmo. «Non ho mai chiesto di fare l’assessore, è stato il partito a propormelo - ha spiegato -. Ora mi dispiace molto dovermene andare proprio quando il mio lavoro cominciava a dare i suoi frutti, al punto che il mio successore si troverà nei prossimi giorni a portare al consiglio un pacchetto di provvedimenti riguardanti il personale. Il mio partito ha approfittato di un momento di confusione per scalzarmi. Ora inizierò una lotta senza quartiere dall’interno contro le discriminazioni e i metodi poco chiari, per dare maggior trasparenza alla politica sul territorio».
Mal di pancia anche nell’Udeur. Il senatore Maurizio Calvi preannuncia per la prossima settimana «una valutazione del clima generale all’interno della coalizione del centrosinistra, per quanto riguarda il Comune e la Provincia», per «assumere le decisioni che saranno necessarie per garantire ai Popolari Udeur la dovuta dignità». Calvi rimprovera a Gasbarra di aver allontanato Roberto Petrassi dall’assessorato alla Tutela dei Consumatori. «C’è stato un mancato riconoscimento del lavoro effettuato, nel ricoprire il suo incarico con grande responsabilità e con grande dignità istituzionale», accusa Calvi.
Per altri motivi, critico con il rimpasto è anche il capogruppo di An a Palazzo Valentini, Piergiorgio Benvenuti, a cui non è piaciuta in particolare «la mancata chiarezza dei motivi che ne hanno suggerito la definizione».

«Ciò che fa riflettere non poco - prosegue Benvenuti - è il sistema procedurale adottato da Gasbarra: ha congelato l’attività di due assessorati per ben due mesi per poi procedere alle sostituzioni, laddove, almeno per il caso Petrassi, avrebbe potuto decidere già da prima e non a seguito delle ripetute pressioni esercitate dall’Italia dei Valori, persino tramite il suo rappresentante in seno al consiglio provinciale, peraltro con incarico anche nel Consiglio regionale».

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