Roma

Gli rimuovono l’auto lui denuncia il furto e rischia il processo

Parcheggia la propria auto regolarmente, ma i vigili urbani la rimuovono «per una svista», così lui denuncia il furto e ora rischia una condanna penale per procurato allarme e simulazione di reato. Paradossale disavventura giudiziaria per uno studente universitario di Casalpalocco, Michele Palermo, 22 anni, incensurato. Il ragazzo la mattina del 4 aprile esce di casa a bordo della sua Citroën Ax per raggiungere la stazione ferroviaria di Acilia. Arrivato a largo Bertolla lascia l’auto come al solito nel parcheggio accanto al terminal della Roma-Lido i cui posti sono delimitati dalle strisce bianche. «Non ci sono collegamenti diretti con il trenino dal quartiere in cui abito - racconta Michele che studia Architettura a Roma Tre - quindi sono costretto a muovermi con l’auto privata almeno fino alla stazione più vicina. Spesso, dunque, parcheggio la macchina nell’area di largo Bertolla». Quel giorno, però, al ritorno verso casa dopo avere seguito le lezioni, Michele trova una brutta sorpresa. «La Citroën non c’era più. Scomparsa - dice -. Al suo posto un’altra vettura. Neppure mi viene in mente l’idea che potesse essere stata portata via dal carroattrezzi. Sono abbastanza rispettoso del codice della strada e dei suoi divieti. Finora non avevo mai preso una multa. Per me la Citroën era stata rubata». Il giovane, quindi, si precipita alla caserma dei carabinieri a sporgere denuncia per quello che crede un furto in piena regola. Ma dopo quattro giorni ecco un’insolita telefonata a casa da parte dei «pizzardoni». «In pratica - continua ancora Michele - mi dicono che l’auto era ancora al deposito di Ostia Antica; che dovevo sbrigarmi ad andare a riprenderla. Sono caduto dalle nuvole. Non solo. Per cauzione ho dovuto sborsare quasi 300 euro e in più mi sono stati tolti due punti patente. Secondo i vigili, infatti, il 4 aprile avrei parcheggiato su un posto invalidi. Ma non è vero». Il ragazzo si rivolge all’avvocato Giacinto Canzona, chiama a testimoniare alcune persone, un amico che era con lui, alcuni passanti e un autista dell’Atac. «L’utilitaria del mio cliente - spiega il legale - è chiara ma col cofano verniciato di nero. Un’auto, dunque, abbastanza riconoscibile. Certo può capitare a tutti di prendere una multa ingiustamente, ma questa volta Michele rischia molto di più. In particolare, una denuncia penale per avere messo in allarme, senza reale motivo, le forze dell’ordine circa la notizia di reato del furto poi non avvenuto».
«Anche pubblici ufficiali come gli agenti municipali - conclude Michele - possono sbagliare. Tutti siamo umani. E a parte il denaro che ho perso e i disagi che ho subìto per essere rimasto senza macchina, col pensiero, poi, di doverne acquistare una nuova, quel che mi preme di più è fare sapere quanto sia ingiusto prefigurare un processo penale nei confronti di un onesto cittadino che ha assolutamente agito in buona fede».

Insomma, dopo il danno la beffa ».

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