Rinasce la clinica dell’Università

Rinasce la clinica dell’Università

Il nuovo look della prima clinica urologica dell’Università di Milano (via Commenda 15) è un raro esempio di modernità. Dopo due anni di lavori, sembra una struttura avveniristica. Invece è «nata» nel 1908, per una donazione dell’industriale della seta Francesco Riva in memoria della moglie Cesarina. Il merito dell’architetto Orazio Ceppatelli è quello di avere dato una seconda vita, decisamente più stimolante, a questa antica gloria del pensiero scientifico. Sorprendono, e piacciono, le innovazioni ambientali, tutte prive di eccessi, tutte essenziali. Non c’è un mobile, un quadro, una scrivania in più. Il «percorso» seguito ieri dai vip che hanno presenziato all'inaugurazione è affascinante perché funzionale. Tra le maggiori novità, tre sale operatorie dotate delle strumentazioni più aggiornate, un megaschermo attraverso il quale gli studenti potranno seguire a circuito chiuso gli interventi chirurgici, le nuove stanze per i degenti (due letti al massimo) con bagni degni di un albergo a cinque stelle. Il merito di questa piccola-grande rivoluzione deve essere diviso tra i donatori privati e le istituzioni pubbliche. Tra i primi, bisogna ricordare Giancarlo e Monica Rampezzotti, che avevano già permesso la nascita della Fondazione per la ricerca e la terapia in urologia. Tra le seconde, la Fondazione ospedale maggiore Policlinico, presieduta da Carlo Tognoli, che è stato anche il primo ad approvare l'operato dell’architetto Ceppatelli, e la Fondazione Cariplo.

Con palese commozione, il professor Francesco Rocco, cattedratico dal 1984 e direttore della prima clinica urologica appena rinnovata, ha ricordato i maestri che avevano resa famosa, con la loro autorità, questa struttura; in primo luogo i professori Edoardo Lasio ed Enrico Pisani. Ha anche promesso che in futuro la clinica di via Commenda svolgerà un’intensa attività di ricerca. Sarà certamente superato, inoltre, il traguardo dei mille interventi chirurgici annuali.

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