Ris a caccia di tracce sull’auto di Cosima

È fissata per venerdì 3 giugno l’ispezione tecnica sulla Opel Astra station wagon di Cosima Misseri. I carabinieri del Ris proveranno a cercare tracce biologiche appartenenti a Sarah Scazzi. L’auto era stata sequestrata dai carabinieri tre giorni fa su disposizione dei giudici. Il provvedimento di sequestro si era reso necessario dopo che, nel corso delle indagini sul delitto di Avetrana, è emersa l’ipotesi che la 15enne possa essere stata attirata da Cosima nella sua auto e qui uccisa da Sabrina con la cintura. L’ipotesi si regge sulla testimonianza di un fioraio che, ascoltato dagli inquirenti, ha prima raccontato di avere visto Cosima obbligare Sarah a salire sulla sua auto il 26 agosto nei pressi di via Deledda e poi non ha confermato la sua testimonianza.
Eppure dopo la scarcerazione e la visita medica in ospedale a Taranto, Michele Misseri non si dà pace. «Sono stato io», continua a ripetere con sicurezza, autoaccusandosi dell’omicidio della nipote Sarah. «Non dovevo uscire io ma Sabrina e Cosima, che sono innocenti. Se le condannano la mia morte sarà sulla tomba di Sarah», dice il contadino di Avetrana che aggiunge di aver fatto tutto da solo: «Sì, tutto io, lo giuro sulle ossa di mia madre». Misseri non se la sente di portare fiori sulla tomba di Sarah: «Volevo suicidarmi su quella tomba». Poi aggiunge che adesso non vuole ammazzarsi perché «ho figlia e moglie in carcere. Devo tornare in galera, so quello che ho fatto e devo pagare».
La narrazione dell’uomo parte da maggio, quando è esplosa la sua crisi personale e con Cosima, per arrivare a «quel maledetto 26 agosto». «Ero arrabbiatissimo perché il trattore non partiva e pensavo che tutti ce l’avevano con me, gridavo e Sarah è venuta a vedere, questo ho pensato. Io gli ho detto vattene, ma lei mi doveva dire qualcosa, allora l’ho sollevata di peso, l’ho girata per cacciarla, e quando mi ha dato un calcio sono esploso, tutta la mia rabbia l’ho messa sopra di lei.

Avevo una corda sul parafango del trattore e gliela ho girata due volte al collo. Sarah aveva il telefonino in mano - prosegue Misseri - ed è caduto aprendosi in due. Quando l’ho lasciata lei è caduta con il collo sul compressore e quando l’ho presa da terra aveva il collo storto».

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