Economia

Risanamento Approvato il piano di rilancio, ora manca solo l’ok della Consob

Il cda di Risanamento approva il piano industriale, l’accordo di ristrutturazione e il piano finanziario. È il «pacchetto» di misure elaborato dalle banche creditrici insieme ai consulenti della società, che dovrebbe rilanciare il gruppo immobiliare fondato da Luigi Zunino, portandolo fuori dalle sabbie mobili di un possibile fallimento.
L’efficacia dell’accordo di ristrutturazione - spiega il comunicato di Risanamento - è subordinata all’«omologa», ovvero all’approvazione, da parte del tribunale fallimentare. Altra condizione di efficacia è l’esonero delle banche dall’obbligo di Opa su Risanamento. Il pronunciamento della Consob sulla richiesta avanzata dagli istituti potrebbe arrivare in settimana. Anzi, sembra che proprio Lamberto Cardia avesse imposto la firma del documento, come condizione preliminare per un’eventuale concessione da parte dell’Authority. Peraltro le decisioni della Consob tengono in sospeso anche la semestrale di Risanamento, che verrà approvata dal cda solo dopo il suo pronunciamento sull’obbligo di Opa.
Una volta che anche l’autorità di Borsa avrà dato il disco verde il progetto sarà pronto per essere depositato sui tavoli della procura di Milano, che ha fissato il nuovo termine per l’invio della documentazione al 9 settembre. Ora si aspettano i dettagli «industriali» del piano, mentre quelli finanziari sono pressoché noti già da qualche tempo: un aumento di capitale da 150 milioni, sottoscritto dalle banche, e un prestito convertendo da 350 milioni, garantito sempre dagli istituti. Più l’eventuale garanzia in caso di esigibilità anticipata del bond Risanamento. Un intervento complessivo da mezzo miliardo che porterà progressivamente le banche all’80% del capitale e l’ex numero uno Zunino al 15%.
Intanto viene messo in liquidazione il sistema delle holding attraverso cui Zunino controllava Risanamento. Le assemblee straordinarie delle società (Tradim, Nuova Parva e Zunino Investimenti Italia) hanno nominato i tre liquidatori: sarebbero per ora confermati il professor Matteo Tamburini, socio fondatore dello studio Gnudi, e di Maurizio Dallocchio, professore della Bocconi.


Ieri in Borsa il titolo Risanamento ha ceduto il 6% a 0,48 euro.

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