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Rischi d’estate: si parte in uno e si torna in due

Marcello D’Orta

Per milioni di adolescenti e giovanette, l'estate rappresenta l'occasione buona per fare l'amore. Ho detto «fare l'amore», non «fare all'amore». Molti pensano che sia la stessa cosa, ma non è così.
Fare all'amore, precisa Luciano Satta, «sa di gioco», mentre fare l'amore «è cosa più seria e grave di conseguenza». Ci corre un capello, ma potrebbe correrci un bambino, ironizzava Leo Pestelli.
Per mancanza di occasioni, molte teen-ager, durante l'anno, devono arrangiarsi a fare all'amore (grovigli laocoontici col fidanzato, palpeggiamenti nei punti-chiave, strofinamenti a mo' di cubiste sul palo ecc.) ma vuoi mettere l'amplesso tra le lenzuola, su di un prato, in riva al mare? Bisognerà pazientare, attendere l'arrivo dell'estate, quando i genitori daranno il permesso di allontanarsi da casa, e allora sì che ci si darà da fare!
Ed ecco che finalmente l'estate arriva, si salutano mamma e papà, e si raggiungono le località marine o montane, in compagnia delle amiche e, per quel che più conta, degli amici. Non occorreranno quaranta giorni di digiuno, e non sarà necessario trovarsi nel deserto per subire le tentazioni, basterà un momento di intimità col fidanzato (nel migliore dei casi) per dire immediatamente sì a quella Voce.
Si parte da soli e si arriva in due, anche se bisognerà aspettare qualche settimana per accorgersi di essere in soprannumero. E una volta fatta la scoperta, si maledirà il momento in cui la cerniera di quella tenda s'è aperta o la chiave di quella porta ha girato sui cardini.
I dati parlano chiaro: nel mondo 4 ragazze su 10 rimangono incinte prima dei 20 anni; circa il 40% delle madri adolescenti ha meno di 18 anni; quasi l'80% dei padri non sposano la ragazza da cui hanno un figlio; i matrimoni tra adolescenti hanno due volte più probabilità di sfasciarsi rispetto ai matrimoni in cui la donna ha almeno 25 anni; i bambini delle madri adolescenti hanno più probabilità di nascere prematuri e sottopeso, e quindi di morire.
Ciò che induce una ragazzina di 15 o 16 anni a concedersi, non è soltanto la spinta degli ormoni (che in estate spingono di più, a me addirittura danno pugni sulla schiena) o l'innamoramento, ma il senso di solitudine che si prova in famiglia, i cattivi rapporti con i genitori.
Da studi effettuati negli Stati Uniti, è risultato che molte baby-mamme provengono da famiglie divise, o da famiglie dove il dialogo tra genitori e figli è pressoché nullo. L'accoppiamento «prematuro» diventa in molti casi un modo per crearsi a livello psicologico un'altra famiglia, o di «farla pagare» ai genitori.
Sotto una tenda, in una camera d'albergo o di un motel, con le vesti cadono anche i freni inibitori. Al momento cruciale si aprono le porte del Paradiso, poi si spalancheranno quelle dell'Inferno. «Rabbia, senso di colpa e negazione della realtà» sono le reazioni più comuni, rileva l'American Psychiatry of Child and Adolescent Psychiatry.

La realtà che devono affrontare le bambine-madri è ben diversa dalle loro fantasie di adolescenti, ed è per questo che molte si toglieranno la vita, o la toglieranno al feto. Care teen-ager in vacanza, non obbligate vostro padre a leggere «L'arte di essere nonno di Victor Hugo», ma soprattutto, non riscrivete «Storia delle mie disgrazie» di Abelardo. Per quelle, c'è ancora tempo.

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