«Rischio sostenibilità per i tagli alla spesa» Ma il disavanzo cala

«La realizzazione del necessario contenimento della spesa corrente propone scenari quantitativamente ai limiti della sostenibilità». Il presidente delle Sezioni unite della Corte dei conti, Luigi Mazzillo, presentando la relazione sul rendioconto generale dello Stato, ha fissato i contorni della manovra-monstre che il ministro Tremonti vorrebbe varare. «I tagli necessari per raggiungere il pareggio di bilancio sarebbero di dimensioni inconsuete: tra il 2012 e il 2014 la riduzione in termini reali sarebbe dell’8%, al netto degli interessi», ha aggiunto precisando che «la sostenibilità di un percorso così impervio richiede la ricerca di strumenti in grado di recuperare condizioni per una crescita più sostenuta».
La Corte dei conti ha infatti osservato che le ricadute potrebbero essere molto negative per la crescita economica: senza tagli non selettivi la spesa per investimenti (soprattutto quella per infrastrutture) «nel 2012 toccherebbe il valore più basso degli ultimi decenni». È giusto «il progetto di disboscamento di esenzioni e agevolazioni» del governo, ma «l’area d’intervento per allargare la base imponibile è molto più circoscritta di quanto appare a prima vista» perché, segnala Mazzillo, «l’erosione è parte integrante dell’assetto delle imposte almeno per il 50% e un altro 20% corrisponde a puntuali e giustificate scelte di politica fiscale».
Ciò non vuol dire che il governo non abbia operato bene. Al contrario, il disavanzo è «ben inferiore alla media europea», ma il debito presenta alcuni «punti oscuri» legati al differimento dei pagamenti da parte delle amministrazioni locali. Ecco perché la strada si fa strettissima: da una parte c’è un’evasione massiccia e dall’altra le procedure per il contrasto raggiungono i limiti della «vessazione del cittadino contribuente».

Le spese per i ministeri dal 2010 al 2009 si sono ridotte dell’1% e i residui attivi di bilancio hanno superato quelli passivi (230 miliardi di massa impegnata non spesa a fronte di 100 miliardi di extra-spese), ma sussistono evidenti discrasie come il patto di stabilità per gli enti locali che «impedisce investimenti a chi avrebbe le risorse in bilancio». Di qui l’invito del presidente della Corte, Luigi Giampaolino, a «trovare un difficile punto di equilibrio tra la riduzione del debito pubblico e il riordino della crescita economica».

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica