Lambiente, latmosfera che taspetti sarebbero quelli tipici della borghesia illuminata e moderata, della maggioranza silenziosa e fin troppo spesso silente. E invece - respirando a pieni polmoni laria del primo «Circolo della libertà» inaugurato a Genova - ti trovi improvvisamente a fare i conti con lambiente, latmosfera che non taspetti: quelli della pedana dove volano i fendenti di sciabola al posto del fioretto. «Finalmente!» verrebbe da dire, nel momento in cui la lotta si fa dura (anzi, sè già fatta dura da un pezzo), e capiscono quasi tutti, anche i più timidi, che è il momento di confrontarsi e alloccorrenza di battersi a fondo e ad armi pari, a fianco dei propri paladini che sono oggi il candidato sindaco Enrico Musso e la candidata alla presidenza della Provincia Renata Oliveri. Il neonato Circolo della libertà, presieduto da Miriam Pastorino, ha stabilito di imboccare decisamente questa strada. Lo si è capito bene ieri mattina, nei locali interrati della Galleria San Giorgio, che anche dal punto di vista simbolico - la fatica di trovarli, innanzi tutto! - pare significare laspirazione: poca immagine e molta sostanza. Lo hanno ribadito la stessa presidente e lispiratrice Maria Peter, nei loro interventi di introduzione a quelli di Musso e Oliveri e agli altri contributi, estemporanei, di Alfredo Biondi e dei partecipanti a una festa che vuole essere anche unassunzione di responsabilità.
«Questo Circolo della libertà, i Circoli della libertà che sono sorti e nasceranno - sottolinea fra laltro Miriam Pastorino - devono considerarsi un grande movimento di massa, aperti a tutti, non una elite. Chi ha detto che la cultura, il lavoro, limpegno per il sociale sono patrimonio della sinistra? Lo dice la sinistra, ovviamente, ma non è vero. E noi allora siamo pronti a sfidare la sinistra su questo terreno». Intanto, bisogna radicarsi meglio nel territorio, sviluppare i rapporti fra tutti coloro che condividono le idee di libertà, e lottare, lottare a fondo per comunicare i programmi dei candidati. Annuisce, in prima fila fra gli ospiti, Enrico Nan, deputato di Forza Italia, vicecoordinatore nazionale enti locali, che siede vicino a Enrico Serra, già candidato sindaco e oggi in «rampa di lancio» per costituire un altro Circolo della libertà nel capoluogo della Liguria. Si dichiara immediatamente daccordo il senatore Biondi, che parla di «Circoli della e per la libertà», in una città governata dalla sinistra dove finora si è affermata piuttosto la logica della «libertà condizionata». Parola dordine - incita Biondi - devessere «fiducia», che si conquista anche mettendo insieme non i poteri forti, i cosiddetti «notabili», ma i «notevoli» cittadini. Raccoglie linvito Renata Oliveri, sempre cortese, gentile e misurata, ma pronta - come ha già dimostrato in questo esordio di campagna elettorale - a tirare fuori gli artigli per ribattere colpo su colpo «le menzogne e le contraddizioni della sinistra che hanno portato al declino della città». Un declino - ricorda - che non è unespressione astratta, ma pesa sulla gente in termini di «autentica sofferenza umana, disoccupazione, disagio, in particolare delle giovani generazioni».
Ricorda, Renata, con un soprassalto di legittimo orgoglio, i tempi della «laurea in Economia conquistata mentre già lavoravo e maturavo una coscienza politica. E fin da quei giorni mi sono accorta della libertà come assoluto valore. Anche per questo - aggiunge -, quando sento chi si avvicina a noi e condivide le nostre battaglie, ma chiede lanonimato, non vuole schierarsi apertamente per paura di boicottaggio sul posto di lavoro, mi viene ancora più voglia di battermi per la libertà individuale e di tutti». È in piena sintonia con lei Enrico Musso, che respinge letichetta di «candidato tecnico, come se fossi arrivato solo adesso a parlare di politica». E ricorda, davanti a Biondi e Nan, i trascorsi di militanza nelle file liberali e in consiglio comunale. «Dobbiamo essere ancora fedeli a questi valori - avverte -, senza paura di confrontarci, dibattere, incontrarci e discutere. Ci ritroveremo comunque uniti in nome della libertà.
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