«Riservatezza sacrificabile se c’è pericolo»

RomaSe il nigeriano che a Natale ha cercato di farsi esplodere su un volo Amsterdam-Detroit fosse passato attraverso una di queste macchine sarebbe stato subito bloccato. I body scanner, infatti, consentono di «vedere» sotto i vestiti delle persone che si sottopongono ai controlli. Sicurezza garantita, dunque, a scapito della riservatezza. Ma a certe condizioni questa può passare in secondo piano, anche per Francesco Pizzetti, che della privacy è il Garante. La sua posizione è quella comune dei garanti europei che già nel gennaio 2009 esaminarono la problematica suggerendo delle linee guida.
Favorevole o contrario ai body scanner?
«Questi strumenti devono essere considerati un sistema di controllo che non può essere utilizzato in via ordinaria e non per tutti i voli, ma soltanto quando ci sono specifiche esigenze di sicurezza, come nella lotta al terrorismo. Le autorità competenti dovranno stabilire se ricorrono le condizioni per consentirne l’uso».
Il Parlamento europeo già ha avuto modo di esprimersi in proposito?
«Un anno fa la Commissione europea aveva proposto l’adozione dei body scanner, ma il Parlamento, accogliendo il parere dei garanti Ue, la ritenne una misura eccessiva. Ma ora la situazione è diversa».
Dunque sì ai body scanner, ma a quali condizioni?
«Devono essere utilizzate tecnologie che non consentano la visione interna dei corpi ma rilevino solo la sagoma opacizzata lanciando segnali in caso di allarme. Così controlli più invasivi avverrebbero solo in situazioni specifiche e i passeggeri non si sentirebbero lesi nella propria dignità di persona, evitando che gli addetti ai varchi possano vedere protesi, particolari indumenti igienici o quant’altro non dovrebbe essere visto da altri».
Altri accorgimenti necessari per tutelare la privacy?
«La visione del corpo attraverso il body scanner da parte degli operatori deve avvenire in una posizione remota: nessun altro deve poter vedere cosa rileva la macchina. Bisogna evitare quello che succede normalmente con il controllo bagagli».


E se qualcuno rifiuta di sottoporsi ai controlli?
«Non ce n’è motivo se ci troviamo in uno scenario di pericolo e se vengono rispettate queste condizioni. Comunque le autorità di sicurezza dovranno lasciare libera la gente di scegliere altro genere di verifiche».

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